“Sella, così non va…”

La regolamentazione del traffico avviata il 23 luglio e conclusasi il 31 agosto non ha dato gli effetti sperati, lasciando insoddisfatti imprenditori e ambientalisti

La regolamentazione del traffico sul passo Sella avviata il 23 luglio e concluso il 31 agosto non ha dato gli effetti sperati. Dal lunedì al venerdì, prendendo in considerazione le 24 ore, il traffico di auto e moto è calato del 14% rispetto al 2017 e del 17 % rispetto al 2016. Considerando invece solo la fascia oraria dalle 9 alle 16, quella in cui era previsto il pass per salire lungo la strada, il calo è stato del 15% rispetto al 2017 e del 27% rispetto al 2016. L’obiettivo fissato dalle province di Trento e Bolzano era quello di diminuire il traffico del 20% rispetto al 2017.

Se lasciamo i freddi dati numerici e passiamo alle reazioni degli operatori e di chi si batte per una mobilità alternativa il risultato non cambia: il progetto avviato dalle due province non funziona a dovere. “La limitazione del traffico sul passo è frutto di improvvisazione e di pessima organizzazione”, spiega Alan Stuffer, imprenditore turistico del passo Sella. “La prima comunicazione, avvallata anche da una cartellonistica sbagliata, ha veicolato il messaggio che il passo dolomitico era chiuso. Infatti nella prima settimana abbiamo assistito a un drastico calo dei passaggi. Poi è stata modificata la segnaletica, ma è rimasta molta confusione tra i turisti. Anche il personale addetto alla distribuzione dei pass è stato alloggiato in un container di fortuna dotato di un generatore puzzolente alimentato a gasolio”.

Il riferimento va alla postazione presente a circa 200 metri dopo l’incrocio tra il passo Gardena ed il passo Sella sul versante della Val Gardena. Pollice verso anche da parte di Massimo Girardi, presidente di Transdolomites che da anni si batte per una alternativa al traffico su gomma. “La mia associazione – spiega Girardi – non era coinvolta nel progetto del Sella quindi il mio giudizio è di semplice osservatore. Penso che prima di intervenire sui passi è necessario porsi una domanda: promuovere un territorio libero dal traffico è un valore per chi governa e abita questi territori? Se la risposta è affermativa è necessario che tutti, amministratori, operatori turistici e semplici cittadini si ritrovino attorno a un tavolo per discutere soluzioni coerenti. Credo però che davanti a vuote dichiarazioni di principio ognuno propenda, nel suo piccolo, a fare cassa. A mio avviso la maggiore responsabilità della situazione attuale è a carico della popolazione ladina che abita nelle valli attorno al Sella, purtroppo frammentata tra Trento, Bolzano e Belluno”.

Per Massimo Girardi, prima di limitare il traffico sui passi, è necessario pensare alle migliaia di veicoli che percorrono le valli. Utilizzando una metafora presa dalla circolazione del sangue afferma che è inutile bloccare il flusso nei capillari se non si pensa prima a ridurre la portata delle arterie. A costo di essere ripetitivo riafferma che bisogna puntare a qualcosa di alternativo alla gomma. “Gli impianti di risalita possono avere un ruolo ma sono frammentati sul territorio. Ci vuole un collante che li unisca e questo può farlo solo una ferrovia. Il treno però non è unicamente un mezzo di trasporto, ma un potente veicolo di identità con un valore aggiunto di marchio turistico”.

E il pensiero va al trenino rosso del Bernina, non solo Patrimonio dell’Umanità Unesco, ma anche immagine che fa sognare turisti provenienti da tutto il mondo. Il treno dei ghiacciai è la punta di diamante di una poderosa macchina, la ferrovia Retica, capace, in un anno, di trasportare due milioni di passeggeri e 700mila tonnellate di merci.

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