Oltre la nebbia verso una nuova luce

Ripartire dalla solidarietà intesa quale condivisione, accettazione dell’altro, accoglienza di ognuno. Ma soprattutto ascolto per risposte credibili, autentiche. Perché, in definitiva, questa è la Chiesa come unione.

Quella di Civezzano-Piné è una realtà popolata da 14 mila anime che, però, lasciano sempre più vistosi spazi vuoti al richiamo delle celebrazioni eucaristiche. Pure la Catechesi mostra un certo disinteresse, se non nel periodo strettamente collegato all’avvicinamento alla Prima Comunione. E, i pochi parroci (don Stefano Volani con riferimento a Baselga di Piné – don Guido Corradini, Civezzano – don Giorgio Maffei, Fornace – don Giorgio Garbari, Bedollo) si interrogano su presente e futuro di un cammino avviato ma da rivitalizzare nell’ampia apertura a stimoli che pure non mancano.

La stessa salute che garantisce procedere dignitoso per organizzazione economica, viene a scemare nell’interesse del coinvolgimento partecipativo. Ma non manca, condivisa dai sette preti che collaborano nel supporto alle iniziative Pastorali, la fiducia che permette di volgere lo sguardo alto, oltre la nebbia, in vista di nuova luce. “Creare, o ricreare Comunità”, da questo non potrà prescindere l’assemblea pastorale in programma sabato 6 ottobre.

Territorio, quello di Civezzano-Piné, abbracciato fra i circa 400 e gli oltre 1.200 metri d’altitudine, con 17 parrocchie e una comunità religiosa (tre suore) quella delle “Figlie di Nostra Signora del rifugio in Monte Calvario” (comunemente le “Brignoline” della fondatrice Virginia Centurione Bracelli) che a Fornace presta opera alla conduzione della scuola dell’infanzia.

Variegata l'economia, con importante apporto turistico nel Pinetano, sprazzi di agricoltura riemergente nel Civezzanese, con più dolori che gioie derivanti dalla coltivazione del porfido in altre zone (non solo Fornace) con lumi di faticosa ripresa dal baratro recente. Il resto, è tanto pendolarismo giornaliero verso le occupazioni cittadine e di fondovalle.

Importante rimane la presenza dell’associazionismo culturale e di volontariato in generale. Però, ancora tutt’attorno, aria viziata da una certa diffidenza nei confronti degli immigrati. Di “distanza ancora piuttosto evidente” parla qualche osservatore qualificato. A farsene carico per una possibile integrazione, qualche bel gruppo di volontarie come “Donne del mondo”. Poi, da analisi condivise “i grandi aspetti di umanità, di solidarietà non appaiono certo evidenti”.

Le medicine? Come venire in aiuto al recupero dei rapporti genuini? Rimuovere la disaffezione agli aspetti umani? “Ospitalità è futuro!” ha scandito Papa Francesco, rivolto soprattutto ai giovani, nella recente visita in Lituania. Inevitabile il ripartire dall’esuberante genuinità che riescono a portare i ragazzini, i giovani. E, a questo proposito, note d’inversione di tendenza dall’impoverimento generale giungono dai bei gruppi dei Grest che trovano risposte di disponibilità concreta da parte di tanti genitori che si affiancano agli animatori, anche con spunti collaborativi in attività diverse dal Gruppo estivo.

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