“Cosa ci fa dire oggi, che è bello essere cristiani?”

Don Ferdinando Murari, vicario di zona, è parroco di Tione e dell’UP “Madonna del Lares”: “Anche se i fedeli tengono molto alle tradizioni delle proprie comunità, la vivacità della fede però manca”

Cos’è un’assemblea pastorale di zona? Chi può parteciparvi? Qual è la qualità generale della vita sociale e di fede di questa zona e come può sostenerla la chiesa locale? Per avere una risposta a queste domande abbiamo incontrato don Ferdinando Murari, vicario per le Giudicarie, parroco di Tione e dell’Unità Patorale “Madonna del Lares” nella canonica adiacente la bella chiesa di S. Maria Assunta al centro del paese.

Don Ferdinando, delegato della zona giudicariese dopo l’unificazione dei decanati, racconta come per il fatto che da anni ormai i sacerdoti giudicariesi si incontrino due volte al mese per un momento di condivisione e di preghiera, organizzando assieme tante iniziative (ad esempio i corsi per i fidanzati), conoscano già molto bene le realtà ecclesiali e sociali dell’intero territorio.

Così come le caratteristiche peculiari di ognuna delle quattro zone che compongono le Giudicarie, con da una parte la Busa di Tione, che si pone come area che offre servizi, quindi la Val Rendena, zona dedita prettamente al turismo, le Giudicarie Esteriori con la loro vocazione artigianale e contadina, e la Valle del Chiese, che denota una più radicata presenza dell’artigianato e dell’industria.

Naturalmente i sacerdoti locali hanno piena coscienza anche del sostrato sociale che anima queste zone e delle caratteristiche delle parrocchie che coprono questi ambiti.

Tuttavia, specifica don Ferdinando, in preparazione a questo evento si è voluto fare ancora di più: “Venti giorni fa abbiamo sollecitato tutti i vicepresidenti dei consigli pastorali e i due rappresentanti locali del Consiglio Diocesano, che sono laici, a trovarsi fra di loro per chiedersi quale aspetto secondo loro sarebbe importante curare nella nostra zona. Sono partiti dalla domanda: la gente fuori dalla Chiesa da cosa potrebbe sentirsi attirata? Cosa oggi ci fa dire che è bello essere cristiani?”.

Le riflessioni che ne sono scaturite, già anticipate in un incontro collettivo al Vescovo che da esse partirà per parlare ai convenuti all’assemblea, cercano di rispondere ad una domanda in verità assolutamente non banale, sottolinea don Ferdinando; una domanda nata dalla constatazione che anche nella nostra zona si assiste purtroppo ad una generale disaffezione alla vita di parrocchia, se non della Chiesa: “Prendiamo il caso dei bambini che vengono a catechesi, ma non alla Messa; spesso capita che non vengano nemmeno i genitori. L’attaccamento alla comunità e la presenza continua sono abbastanza scarsi. Anche se i fedeli in generale tengono molto alle tradizioni delle proprie comunità, la vivacità della fede però manca”.

Questo affievolirsi del sentirsi chiamati in prima persona si riverbera anche sulla partecipazione ai gruppi che fanno solidarietà e all’associazionismo in generale, nelle Giudicarie generalmente molto presente, dove si fa sempre più fatica a trovare rincalzi per chi per età o altri motivi deve lasciare. “È pur vero – riflette tuttavia don Ferdinando – che molti dei giovani giudicariesi nel momento in cui terminano le scuole superiori vanno a studiare in città lontane dalla zona dovendo abbandonare qualsiasi servizio offerto fino ad allora, e spesso quando trovano lavoro non tornano nemmeno”.

Tutto ciò mentre la popolazione sta inesorabilmente invecchiando: “Pensi che solo a Tione vivono 56 ultranovantenni, un centinaio in tutta la mia zona”, commenta ancora il vicario generale. “Per fortuna normalmente i servizi sono buoni e la realtà di paese fa sì che tra vicini ci si aiuti, ma l’innalzamento dell’età della popolazione è un dato evidente”.

Altra condizione da ricordare è quella di una significativa presenza sul territorio di persone di provenienza extracomunitaria. Fatto, tra altre cose, per cui la locale parrocchia quest’anno ha concesso in prestito ai fedeli rumeni di religione ortodossa presenti nelle Giudicarie la chiesa di S. Giovanni a Saone, che lì ogni quindici giorni fanno le proprie celebrazioni (prima era nella chiesa di S. Vigilio). E per cui ogni anno la parrocchia di Tione concede alla comunità araba la sala dell’oratorio per la festa di fine Ramadan.

Insomma il lavoro da fare è differenziato e tanto mentre “gli operai”, soprattutto i parroci, sono pochi e questo è da tenere in conto se non nell’immediato, in un futuro piuttosto prossimo. Ma anche in positivo: “Unificare le mese dà i suoi frutti, le messe sono più partecipate, i cori magari si uniscono e i lettori alla messa variano”.

Una cosa soprattutto si spera passi all’assemblea, conclude don Ferdinando: “Essere cristiani è una scelta di vita che nasce dal contatto con la Parola di Gesù Cristo; non possiamo più andare avanti col tradizionalismo ma dobbiamo chiederci se come adulti ’abbiamo veramente scelto di essere cristiani’. Se sento di essere cristiano allora devo cambiare la mia mentalità e il modo di partecipare ai servizi. Questo è un salto che siamo chiamati a fare tutti come comunità cristiana”.

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