“Protegge il suo popol fedel”

Un borgo con le radici sempre più fragili, che ospita diverse nuove famiglie, e che può trovare proprio in Martino, il Santo della carità festeggiato domenica scorsa, l'emblema di una comunità che si rinnova condividendo anche oggi il suo mantello

"Là sul colle dove eterno l'ulivo verdeggia sacro un tempio qual rocca troneggia e protegge il suo popol fedel…”. Neppure la pioggia tornata a farsi sentire, a dispetto dell'Estate di San Martino, ha fermato i tanti volontari, che hanno onorato al meglio il Santo Patrono dell'omonima antica borgata all'ingresso della città di Arco, annoverata tra le comunità più ricche di storia del Sommolago.

Una festa caratterizzata dalla processione con la pregevole composizione lignea raffigurante la popolarissima scena di San Martino a cavallo con il povero. Processione che, per antica tradizione, ha luogo quando il giorno 11 novembre ricorre di domenica, ovvero, anni bisestili a parte, ogni 7 anni.

La celebrazione religiosa accompagnata dal coro parrocchiale diretto da Silvana Mattei, molto partecipata anche da fedeli provenienti da varie località dell'Alto Garda, è stata quindi al centro di una festa, preparata con cura da tempo dal consiglio pastorale con l'apporto delle associazioni locali. La stessa improvvisa recente partenza di Luciana Giuliani, anima della festa patronale, anziché scoraggiare ha ridestato nuove risorse e collaborazioni.

La storia della comunità di San Martino è millenaria. Risale ancora all'epoca pagana, con il pittoresco colle immerso tra secolari ulivi contorti, al giorno d'oggi punto di riferimento per le vie di arrampicata sulle falesie. Nel contempo un luogo che invita alla meditazione e al silenzio, come attesta la Chiesa benedettina con annessa abitazione dei monaci francesi, sorta nel lX secolo vicino all' abitato allora denominato Priole, villaggio sulla strada per Troiana ormai scomparso ma di cui esiste documentazione.

Un richiamo importante quello della storia, ha ricordato il parroco con i religiosi concelebranti illustrando il percorso di fede della comunità, unitamente alle testimonianze storiche e artistiche risalenti ancora al 1300. Un borgo quello di San Martino con le radici sempre più fragili, che ospita diverse nuove famiglie, e che può trovare proprio nel Santo della carità l'emblema di una comunità che si rinnova condividendo anche oggi il suo mantello.

Proprio nella direzione della condivisione, in un contesto di festa semplice e sobria, lontana parente di tante feste patronali contrassegnate dal rumore e dallo spirito commerciale, sono state apprezzate le varie iniziative, a cominciare dalla toccante serata con il racconto della recente avventura in bici nel segno della pace, da San Martino ad Auschwitz, con Danny, Erica, Claudio e Paolo “Trota”.

Il mercatino del dolce, la castagnata, il ristoro offerto dopo la funzione religiosa, la tombola, i giochi vecchi e nuovi animati dai giovani dell'Oratorio Arco – Oltresarca, la lanternata di San Martino con gli scolari, che nel 2017 contribuì a sostenere gli alunni del Kossovo. Tante altre proposte vissute, sia all'insegna della partecipazione al buon funzionamento delle strutture – in particolare del teatro oratorio bisognoso di urgenti interventi di sistemazione del tetto – sia nel segno della solidarietà, con un dono e una preghiera del Santo Patrono portati agli anziani del borgo (compreso don Giampaolo Giovanazzi sofferente per un infortunio proprio alla vigilia della festa ) e poi con la raccolta viveri per la mensa dei poveri del vicino Convento di San Martino.

Del resto, gli stessi frati cappuccini rappresentati dal guardiano padre Michele Stanchina, unitamente ai padri del Sacro Cuore con l'ex parroco della zona padre Tommaso Flaim, hanno espresso soddisfazione per la positiva collaborazione delle comunità religiose dell'Oltresarca con la parrocchia di San Martino.

Nel laborioso lavoro di allestimento della ricorrenza patronale ha fatto la sua parte anche il collegamento all'Amministrazione Comunale, con il sindaco Alessandro Betta e l'assessore alla cultura Stefano Miori (pure originari di San Martino), che hanno ringraziato la parrocchia con le forze di volontariato per lo spirito di comunità che, pur con fatica, si sta recuperando sulle orme di un Santo da riscoprire, ben oltre il gesto di spartizione del mantello nella lontana Pannonia del IV secolo cristiano.

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