Malga Lagorai, cambio di rotta

La Sat propone una soluzione meno impattante, cioè la realizzazione di un bivacco attrezzato e custodito con cucina e servizi igienici al posto del ristorante

“Trucchi o magie” che siano stati, parole della presidente della Sat Anna Facchini, la possibilità che la riqualificazione di malga Lagorai potesse “essere indirizzata alla realizzazione di un classico piccolo rifugio alpino oppure verso un’azienda agrituristica che offra anche possibilità di pernottamento” (contenuta nello studio di fattibilità seguito al protocollo d’intesa con la Provincia) è andata ben oltre le ipotesi.

Tantoché, nell’accordo di programma per il progetto TransLagorai sottoscritto in agosto da piazza Dante (quando governatore era Ugo Rossi) con la Magnifica Comunità di Fiemme (proprietaria dell’immobile, ha tempo fino a maggio per chiedere i contributi pubblici per la ristrutturazione) e i Comuni interessati dagli altri interventi sulla catena montuosa del Trentino orientale, dalla Panarotta al Rolle, che prevede la sistemazione di altre malghe (con ristorazione e posti letto) oltreché di mettere mano alla sentieristica e al sistema delle telecomunicazioni (complessivamente, 3 milioni di euro di investimento pubblico), “si fa riferimento in maniera esplicita ad un’attività di ristorazione da realizzarsi anche attraverso la costruzione di una terrazza esterna”.

“Dopo un attenta rilettura delle carte”, ha sostenuto la presidente Facchini nel corso di una conferenza stampa (martedì 20 novembre nella sede di via Manci a Trento), la Sat propone un cambio di rotta, una soluzione meno impattante, cioè la realizzazione di un bivacco attrezzato e custodito con cucina e servizi igienici al posto del ristorante. Se non è un passo indietro poco ci manca.

In mezzo c’è stato un cambio di presidenza, da Claudio Bassetti, che aveva sposato in toto il progetto, ad Anna Facchini, che se l’è trovato in saccoccia ma pure la protesta del Comitato Pro Lagorai che ha raccolto 18mila firme in Facebook e al quale hanno aderito anche Mountain Wilderness, Italia Nostra, Wwf Trentino e Libera associazione malghesi e pastori del Lagorai, oltre a diversi satini.

Non solo, la Sat chiede che non siano installati altri tralicci e ripetitori e ha deciso di non firmare, almeno per il momento, la convenzione con la Provincia sulla sistemazione della sentieristica, che gli spetta, almeno non prima che la giunta provinciale certifichi i danni provocati dal recente disastroso maltempo su tutta la rete territoriale. Un do ut des? “No – affermano all’unisono Facchini e il vicepresidente Roberto Bertoldi – Sono due cose distinte”. Ma collegate, aggiungiamo noi. “Se non saranno accolte le nostre proposte non potremo farci nulla – aggiungono – La Sat non è nell’Accordo di programma. Faremo comunque la nostra parte”.

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