Scusa, san Rocco!

No, non te la meritavi proprio.

Tu, uno tra i pochi santi laici (ufficialmente riconosciuti, intendo), che hai scelto di viaggiare da pellegrino, non per manifestare contro chissà chi, ma per fede… solo per fede.

Tu, che non hai esitato a interrompere il tuo peregrinare per soccorrere appestati.

L’hai fatto – pare – agli Ospedali di Viterbo, di Roma, di Piacenza, non con esibizioni religiose di dubbia devozione, ma sporcandoti le mani nel servizio… al punto da rimanere tu stesso contagiato. E abbandonato (tranne che da un cane).

Tu, che prodigiosamente guarito, moristi in carcere alla fine, ingiustamente accusato non si sa di quale crimine…

San Rocco no, non te lo meritavi proprio questo affronto!

E’ partito da lontano, lo sai? Contrapporsi al male con atteggiamenti d’accusa e di denuncia non può provocare che altro male.

Le Crociate – già sconfinate in fallimento ai tempi tuoi – t’avevano convinto: non v’era alcunché d’evangelico in esse; solo il servizio operoso alla vita, anche a caro prezzo, è “religione pura e senza macchia”.

Noi invece – nonostante fallimenti di crociate tutt’altro che lontane – non l’abbiamo ancor capito: sono smentite, insulti al vangelo, e perciò alla vita. Poi, da sconfitti, osiamo crederci “perseguitati”, mentre ben altro ci vorrebbe per equipararci a coloro che – per la fede – la vita la sacrificano davvero.

La vita! Tu, san Rocco, la vita – povera e indifesa – non l’hai affatto spezzettata in segmenti o per cassetti, così da privilegiarne (ideologicamente) uno a scapito di altri: no, l’hai servita come l’hai trovata, tutta, calamitato dall’unica sua credenziale: l’estremo bisogno d’aiuto.

Rocco, santo eroico, mite e generoso del ‘300… ma sei tu del Medio Evo o non piuttosto noi, i post-moderni?

In ogni caso, scusaci, perché… no, non te la meritavi proprio!

don Piero Rattin

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