I resistenti nel ghetto di Varsavia

Il primo documentario sull’opposizione di un gruppo di storici e intellettuali

Nel fitto programma culturale per la “Giornata della memoria” (vedi anche pag. 6 e 7) non mancano alcune opere filmiche d’interesse. Due le ospita il vivace Cinema Oratorio parrocchiale di Dro: il primo film “Chi scriverà la nostra storia” è programmato per domenica 27 gennaio e lunedì 28 (sempre alle 21), il secondo “Red Land” è previsto per venerdì 8 e sabato 9 febbraio pure alle 21.

La vicenda narrata nel film “Chi scriverà la nostra storia” risale al novembre del 1940 quando i nazisti rinchiusero 450 mila ebrei nel ghetto di Varsavia. Un gruppo segreto composto da giornalisti, ricercatori e capi della comunità, guidato dallo storico Emanuel Ringelblum e conosciuto con il nome in codice Oyneg Shabes (“La gioia del Sabato” in yiddish), decise di combattere le menzogne e la propaganda dei feroci oppressori con carta e penna anziché con le armi e con la violenza.

E’ la prima volta che l’iniziativa coraggiosa dello storico Ringelblum e dell’archivio di Oyneg Shabes viene raccontata sul grande schermo in documentario che intreccia immagini dei testi d’archivio con nuove interviste e rari filmati arricchiti da ricostruzioni storiche che permettono allo spettatore di essere trasportato all’interno del Ghetto e delle vite di quei coraggiosi combattenti della resistenza.

Quando la regista è venuta a conoscenza di questa realtà di resistenza nel ghetto di Varsavia, formata da giornalisti, studiosi e storici, ha subito deciso di fare un film su di loro: “Secondo me la loro storia – dichiara Roberta Grossman – è la più importante storia sconosciuta dell’Olocausto. Creato e guidato dallo storico polacco Emanuel Ringelblum, l’Oyneg Shabes era un’organizzazione di oltre 60 persone impegnate nella resistenza spirituale contro i nazisti, che combatté l’odio, le bugie e la propaganda con carta e penna. Hanno scritto e commissionato diari, saggi, storielle, poesie e canzoni. Hanno anche raccolto qualsiasi oggetto avrebbe potuto aiutare i futuri storici a raccontare quanto accaduto nel Ghetto dal punto di vista ebraico. Alla vigilia dell’insurrezione del ghetto di Varsavia, i membri di Oyneg Shabes hanno sepolto 60.000 pagine di documenti nella speranza che l’archivio sopravvivesse a loro, per “urlare la verità al mondo”.

Merito del film sta anche nella consulenza dello storico Samuel D. Kassow, il cui libro Who Will Write Our History? descrive nei dettagli la creazione dell’archivio segreto del Ghetto di Varsavia. Allo scopo di rendere la sceneggiatura storicamente precisa, il team addetto alle scenografie ha lavorato sei mesi con gli studiosi prima di iniziare le riprese. Questo processo ha fatto sì che ogni penna, laccio da scarpe e colore delle pareti fosse perfetto per l’epoca. Le parole pronunciate nel film dagli attori provengono direttamente dalla trascrizione dell’archivio Oyneg Shabes e/o, nel caso della narratrice del film, Rachel Auerbach, dai suoi scritti del dopoguerra.

Il secondo lavoro Red Land – Rossi Istria” è firmato dal regista Maximiliano Hernando Bruno e gode dell’interpretazione di Franco Nero e racconta il capitolo delle foibe mettendo in risalto la figura di Norma Cossetto, giovane studentessa istriana, laureanda all’Università di Padova, barbaramente violentata e uccisa dai partigiani titini, per la sola colpa di essere Italiana. Un altro film documentato e toccante, che aiuta a far prensare perché certi avvenimenti non si debbano più ripetere.

Dopo le polemiche sulla scarsa distribuzione nelle sale cinematografiche e sul boicottaggio dovuto ai temi trattati “Red Land” (“Rosso Istria”)arriva in televisione su RAI 3, sabato 8 febbraio, in prossimità del Giorno del Ricordo.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina