Donne nella Chiesa cattolica, contraddizioni non più comprensibili

Una giovane lettrice

Il ruolo della donna nella Chiesa cattolica è uno dei punti oggi più controversi, destinato a emergere in ogni ambito e durante ogni forma di percorso sinodale. Lo stesso papa Francesco, lo scorso ottobre, ha detto che “se manca una reale partecipazione di tutto il Popolo di Dio, i discorsi sulla comunione rischiano di restare pie intenzioni. Su questo aspetto abbiamo fatto dei passi in avanti, ma si fa ancora una certa fatica e siamo costretti a registrare il disagio e la sofferenza di tanti operatori pastorali, degli organismi di partecipazione delle diocesi e delle parrocchie, delle donne che spesso sono ancora ai margini”.

Un nuovo contributo alla riflessione sul ruolo della donna nella Chiesa arriva ora dai vescovi austriaci. Nelle diocesi austriache la proporzione di donne in posizioni di leadership deve aumentare. La Conferenza episcopale, nella sua ultima assemblea, ha approvato una risoluzione specifica su questo tema. Il suo presidente, l’arcivescovo di Salisburgo Franz Lackner, ha dichiarato che “i vescovi si sono impegnati a prendere misure per aumentare la proporzione di donne con responsabilità di guida negli uffici, negli organismi e nei gruppi di lavoro delle diocesi ad almeno un terzo nel giro di sette anni”. Il rafforzamento delle donne deve diventare un “tema fisso nei corsi di aggiornamento per il personale dirigente della Chiesa”. L’attuazione concreta di questa risoluzione è lasciata alle singole diocesi, ma il tema non potrà essere messo in secondo piano.

La decisione dei vescovi si basa su una proposta uscita dalla Commissione Pastorale austriaca (Pastoralkommission Österreichs, PKÖ), organo consultivo della Conferenza episcopale, presieduta dal vescovo Klagenfurt Josef Marketz e diretta dalla teologa Anna Findl-Ludescher. “Le misure decise sono anche un risultato concreto delle consultazioni con le donne in posizioni di leadership nella Chiesa che hanno avuto luogo durante l’assemblea plenaria estiva dei vescovi”, ha precisato Lackner.

14 donne che lavorano in posizioni di dirigenza nelle diocesi o nelle congregazioni religiose avevano partecipato a un pomeriggio di studio della Conferenza episcopale a Mariazell lo scorso giugno. Del gruppo faceva parte Gabriela Eder-Cakl, direttrice dell’Ufficio pastorale della diocesi di Linz. “La decisione dei vescovi di voler occupare un terzo di tutte le posizioni di guida con donne è una pietra miliare importante in un dialogo coerente gli uni con gli altri”, ha dichiarato la teologa alla rivista “Madonna”. Molte giovani donne oggi non capiscono più “perché la Chiesa cattolica fa differenze tra i sessi in alcuni settori” e vogliono essere “valutate tanto quanto gli uomini”.

Le donne rivestono già oggi ruoli importanti in molte diocesi cattoliche del mondo, ha sottolineato la teologa. Ma rimane uno squilibrio di fondo, legato alla distinzione tra clero e laici. L’ammissione di soli uomini a uffici come diaconato, sacerdozio e episcopato è oggi “sempre più incomprensibile”. Sempre più donne e uomini chiedono riforme. “Desidero molto che in futuro ci siano diaconi, sacerdoti e vescovi donne nella Chiesa cattolica”, ha detto chiaramente Eder-Cakl. Tutta la Chiesa ne trarrebbe beneficio, tanto più che “gli studi sociologici dimostrano che le squadre miste sono più creative, trasparenti e orientate agli obiettivi”.

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