Il nostro sguardo sulle storie degli umili

Ger 17,5-8

Sal 1

1Cor 15,12.16-20

Lc 6,17.20-26

Nelle nostre comunità riflettiamo sul problema della povertà, ci informiamo seriamente sulle condizioni di tanti milioni di persone povere e oppresse, ci diamo da fare per creare mentalità e iniziative capaci di soccorrere chi è nel bisogno? Le nostre Eucaristie sono davvero comunità di fratelli che sanno pregare e condividere con chi fa più fatica nella vita?

«È inconcepibile che qualcuno si dica cristiano e non assuma, come Cristo, un’opzione preferenziale per i poveri… A tutti diciamo: “Prendiamo sul serio la causa dei poveri, come se fosse la nostra stessa causa, o ancor più, come in effetti poi è, la causa stessa di Gesù Cristo”». Mi piace iniziare il commento al Vangelo di questa domenica con le parole di un cristiano, di un vescovo che si è convertito ai poveri e per loro ha dato la vita. Si tratta di Oscar Romero; il contatto con la vita reale della popolazione di San Salvador, stremata dalla povertà e oppressa dalla feroce repressione militare che voleva mantenere la classe più povera soggetta allo sfruttamento dei latifondisti locali, provocò in lui una profonda conversione, nelle convinzioni teologiche e nelle scelte pastorali. Nel volto dei poveri vedeva riflesso il volto di Gesù,«che da ricco che era, si fece povero.» (2 Cor 8,9) Nella storia dei poveri vedeva la promessa di Dio che «ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote». (Lc 1, 52 – 53). Deve essere chiaro però che Gesù è venuto per tutti, ma non pone il ricco e il povero sullo stesso piano. Il ricco, sazio e autosufficiente, come appare nella parabola del ricco Epulone (Lc 16,19 – 31) può permettersi tutto; il povero, invece, non ha difese: la sua condizione deriva dalle ingiustizie e dai soprusi di una società egoista. Il Regno appartiene ai poveri non perché siano migliori, più generosi degli altri uomini, ma perché Dio prende le loro difese, guarda ai bisogni dei suoi figli. E non aspetta che muoiano per premiarli con il paradiso….Dio sta dalla loro parte, come testimonia tutta la vita di Gesù. «Luca scrive per delle comunità che vivono nel mondo pagano, in città ricche di benessere, con ricchi gaudenti e poveri miserabili, con potenti e oppressi, e stigmatizza il mondo dei gaudenti, degli arrivati». (B. Maggioni) Il ricco è colui che si comporta come il primo uomo, Adam, che non contento della sua signoria su tutto il creato, vuole carpire il posto di Dio e diventare simile a Lui. «Il povero è Gesù, l’uomo nuovo, che accetta di svuotare se stesso per amore degli altri, senza chiedere nulla in cambio.» (cf. Fil 2,7). Ebbene, assicura Gesù, “voi poveri, siete beati perché vostro è il Regno di Dio”. Regno di Dio non indica un’estensione geografica, ma significa che Dio può governare come re, anzi come Padre che si prende cura dei figli. È per questo che Gesù può dire Rallegratevi”, non per masochismo, ma perché “la vostra ricompensa è grande nei cieli”, perché Dio sta dalla vostra parte, di voi non si dimentica. Segue una dichiarazione importante: «Allo stesso modo fecero i loro padri con i profeti». Gesù paragona chi lo segue (il discepolo) ai profeti, a coloro che rendono visibile nella propria esistenza il Dio invisibile. Poi il tono cambia. Seguono i cosiddetti «guai», che sembrano invettive contro alcune altre categorie di persone. In realtà più che di minacce si tratta di lamenti funebri. Gesù non minaccia, ma piange come fossero già morti quelli che pensano soltanto a sé. “Ahi a voi che siete sazi”, quelli che causano la fame, “Ahi a voi che ora ridete”, cioè quelli che sono stati la causa della sofferenza. E conclude Gesù, “Ahi a voi quando tutti gli uomini diranno bene di voi”. Il criterio di autenticità del profeta è il rapporto con il sistema. Se il sistema ti incoraggia, ti applaude, è forse perché hai tradito il messaggio di Gesù. Quello che il cristiano dovrebbe fare è spostare il suo sguardo sulle storie più comuni, più umili, senza farsi abbagliare dai potenti, da chi sa solo curare la sua immagine. E incontrerà lo sguardo del Padre.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina