I detenuti chiedono di non interrompere il giornale del carcere

La Casa Circondariale di Spini di Gardolo

“Da oltre un mese un mese gli incontri settimanali si sono bloccati senza che ci sia stata data alcuna spiegazione. Regolarmente, ogni settimana, nel giorno designato, ci prepariamo per recarci all’incontro, ma puntualmente il personale di polizia penitenziaria ci costringe ad interminabili attese senza essere in grado di fornire una spiegazione di qualsiasi tipo. Rimarcando il nostri impegno e la nostra determinazione nel collaborare attivamente al progetto (del giornale Non solo dentro ndr) ci ritroviamo delusi e amareggiati davanti all’impossibilità di ricevere qualsiasi sorta di chiarimento circa questa interruzione […]. Saremmo dispiaciuti di dover interrompere così brutalmente l’unica attività che ci permette di avere una voce“. Lo scrivono, in una lettera, alcuni detenuti che facevano parte della redazione di “Non solo dentro”, l’inserto del settimanale Vita Trentina curato da Piergiorgio Bortolotti, per anni direttore della cooperativa sociale Punto d’Incontro di Trento. È lo stesso Bortolotti a riportare sui social le parole dei detenuti a cui il giornalino dava voce, permettendo loro di raccontare la realtà quotidiana della casa circondariale di Spini di Gardolo.

Solo una settimana fa, infatti, è stata diffusa la notizia che la casa circondariale di Trento non ha rinnovato l’autorizzazione all’accesso alla struttura di Piergiorgio Bortolotti. Diversi esponenti del mondo della società civile e della politica trentina hanno manifestato stupore e amarezza nei confronti di questa decisione. Il presidente delle Acli Trentine, Luca Oliver, ha chiesto un incontro urgente con la direzione della Casa Circondariale.

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