Una riconversione nel segno della biodiversità

Organizzato dalle associazioni “Pachamama” e da “Gondvana”, nel pomeriggio di venerdì 12 aprile si è svolto a Trento un seminario sullo sviluppo sostenibile – che ci riguarda tutti, ad ogni latitudine – e sull’accesso alla terra, a partire da esperienze virtuose che si stanno sperimentando e che hanno alle spalle tempi ormai lunghi e risultati insperati, in Ecuador e nella vicina Bolivia. L’incontro è servito ad evidenziare come certi percorsi di crescita e di maturazione umana integrale vengano avanti nei contesti umani e sociali più impoveriti, da sempre depredati. E’ stato Giuseppe Tonello a fare il punto di un’esperienza che lui stesso sta conducendo in una delle zone più “dimenticate” dell’Ecuador, a Ibarra a nord, al confine con la Colombia, dove si era recato per una breve missione, finendo per restarci 40 anni. Con la sua Ong Fepp (Fondo ecuatoriano Populorum Progressio, dal nome dell’enciclica di Paolo VI del 1967) è riuscito a riscattare decine di migliaia di famiglie diseredate che oggi non sono più tali, ma vivono in modo dignitoso. Proprio in un momento storico in cui si assiste ad una strana schizofrenia per cui la terra la si abbandona e al contempo viene accaparrata in modo scriteriato togliendola ai contadini poveri, ha osservato Walter Nicoletti di Acli Terra.

Una riflessione si impone, e non solo per l’uso di pesticidi e inquinanti; è necessaria una riconversione nel segno della biodiversità accogliendo visioni diverse dell’agricoltura. E’ quello che ha realizzato Tonello nelle aspre campagne dell’Ecuador con il progetto “Tierra, Trabajo y Pan”, partendo dalle donne e dai bambini, e dai campesinos che, tolti dall’isolamento e organizzati, hanno saputo superare le monocolture (solo mais, o patate o riso) per coltivazioni differenziate e varie. Per un nutrimento completo che garantisce ai bimbi una crescita decente e prima non era così, quando i loro papà percepivano 20 centesimi al giorno come braccianti e non potevano curarli per una semplice diarrea, tosse o per ripararsi dal freddo andino.

L’accesso alla terra ha permesso a 40mila famiglie in Ecuador di uscire dalla povertà più nera. E’ questo il messaggio – sempre attuale – della Populorum Progressio: ogni persona ha diritto a vivere. Per questo servono tanta scuola, cultura; e lo si vede – rimarca Tonello – da come le donne si appropriano della parola per difendersi con coraggio, mentre prima erano silenti e solo rassegnate.

Oggi i contadini indigeni e neri dell’Ecuador differenziano le loro colture, riescono persino a portare i loro prodotti biologici al mercato e ricavarne dei soldi necessari per acquistare medicine e comfort di prima necessità. Gli esempi virtuosi in Ecuador, Colombia, Bolivia sono numerosi, più di quanto si pensi. Questo significa in concreto garantire sostenibilità all’ambiente, preservarlo per il futuro, rispettare la terra. Il risvolto umano dello sviluppo.

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