Nei gruppi si riscopre “la parte migliore”

Riuniti in cerchio attorno ad una bibbia aperta, una candela accesa ed un testo del Vangelo di Giovanni tra le mani. Sono soprattutto adulti, coppie o single, ma anche anziani e alcuni giovani i partecipanti ai centri di ascolto della Parola nelle prime giornate della Missione al Popolo. Una ventina quelli delle parrocchie di Sacra Famiglia e San Marco, un’altra ventina quelli presenti nelle altre parrocchie aderenti.

Contento è il parroco di San Marco e Sacra Famiglia, don Sergio Nicolli: “In molte famiglie si aspettavano quattro o sei ospiti: ma ne sono invece arrivati una quindicina e sono stati molto soddisfatti”. “La speranza è che almeno alcuni di questi gruppi di ascolto familiari possano durare anche dopo la Missione”, osserva don Sergio.

È il Vangelo dell’incontro con Gesù di Andrea, di Pietro e Natanaele, del “Venite e vedrete” che fa da guida nel primo incontro sulla Parola. I missionari, una sorella e un fratello, aiutano ad entrare nel “clima” della preghiera, raccontano qualcosa del loro cammino di fede, ma soprattutto stimolano il dialogo tra i partecipanti e si fanno promotori dell’ascolto.

Fra Giuseppe, frate minore di Barbarano Vicentino, nel centro di ascolto organizzato da un coro parrocchiale della Sacra Famiglia, racconta della sua “chiamata” a seguire il Signore quando era un giovane avvocato ma anche della sua fatica ad essere frate, con i diversi impegni che questa scelta comporta: “La mattina, per esempio, faccio fatica ad alzarmi presto per celebrare la Messa, ma so che mi aspetta un altro fratello, e poi ne sono sempre contento”. “Il dubbio fa parte anche della vita di noi frati – racconta il missionario – Ma il Signore non ci chiede di credere, ma ci domanda la volontà di farlo: ad aiutarci a credere ci pensa Lui”. Dopo questa prima condivisione del missionario, s’alternano vari racconti, anche molto personali. Per alcune persone non è la prima volta che si parla di fede in un gruppo, per altri forse è la prima occasione in cui si rivela qualcosa del proprio rapporto con il Signore.

Emergono i dubbi, la fatica di credere, la “simpatia” per questo Dio che non ha la “puzza sotto il naso”, la percezione della sua presenza in alcuni particolari momenti della propria vita, il rapporto non sempre facile con la Chiesa. Ma emerge anche la bellezza di potersi fermare per un attimo e condividere i propri cammini di fede, con le proprie fatiche e difficoltà del quotidiano. Forse, ci si domanda, tra le varie iniziative del tempo ordinario organizzate in parrocchia si è persa proprio questa parte “migliore” di cui parlava Gesù con Marta. La missione al popolo sta aiutando a riscoprirla.

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