Appelli al voto e richieste “solidali”

I temi al centro del dibattito politico in vista dell’appuntamento europeo sono stati ben riassunti dal confronto del 15 maggio tra gli “Spitzenkandidaten”, i “candidati di punta” designati dalle varie forze politiche alla presidenza della Commissione europea (secondo un meccanismo peraltro non ben digerito da tutte): migrazioni, lavoro, ambiente, giovani, e la difesa dell’Ue da egoismi e nazionalismi. Sono le questioni che ritornano nelle proposte avanzate dalle categorie economiche, dai sindacati, dall’associazionismo, dalle realtà cooperative e dal terzo settore: non si contano le prese di posizione e le richieste. Comune a tutte è l’appello ai cittadini a partecipare al voto. Si spendono in tal senso in particolare le Chiese. Preoccupa il crescente euro-scetticismo e la prevista bassa affluenza alle urne. “La democrazia è in pericolo e andare a votare è un importante sostegno alle garanzie democratiche”, sintetizza il decano della Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi), Heiner Bludau. Indica la strada “delle alleanze e della solidarietà” mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina e primo vicepresidente della Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece): “Solo un ritrovato spirito di intesa e volontà di progetti condivisi può ridare fiducia nella possibilità di prendere in mano il destino comune”. Anche la Fimcap, la Federazione internazionale dei movimenti giovanili parrocchiali cattolici, è scesa in campo con l’iniziativa “Vote Youthfully 2019” per spingere i giovani a votare. Per il Movimento Rinascita Cristiana i cristiani sono chiamati “a rinvigorire l’Unione, rafforzandone la democrazia interna”. E inedito è l’appello al voto di ben 21 capi di Stato: “L’Europa è la migliore idea che abbiamo mai avuto”.

Dalle voci della società civile si alza l’appello “per un’Europa che non lascia indietro nessuno” (così Caritas Europa), che si impegna concretamente nella difesa dei diritti umani fondamentali (lo chiede la campagna “Free and Fair Europe” promossa dalla Rete per i diritti dell’uomo e la democrazia e l’hanno chiesto con un flash mob nelle piazze di 35 città europee di 11 diversi Paesi i giovani attivisti di Amnesty international), che cammina “al fianco dell’umanità ferita” (lo afferma la Cimi – Conferenza istituti missionari italiani – auspicando che l’Europa riconosca il contributo degli immigrati).

Solidale, giusta, sostenibile è l’Europa che auspicano anche Forum nazionale del Terzo settore e Concord Italia. La Focsiv, costituita da 86 associazioni italiane di ispirazione cristiana dedite al volontariato e solidarietà internazionali (tra cui l’Accri di Trento e Trieste), all’assemblea dello scorso fine settimana ha lanciato l’invito a votare secondo i principi umani e cristiani di solidarietà (“Euro, fiscalità, bilanci pubblici devono mettere al centro l’uomo, i suoi bisogni, i suoi diritti umani fondamentali”), ricorda l’assistente nazionale, il vescovo emerito di Trento Luigi Bressan. Chiedono un patto sociale europeo, con 10 proposte concrete nel loro documento “Unire l’Europa per cambiarla”, le forze sociali e produttive italiane rappresentate al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel).

Guardando al Trentino, Confindustria Trento ha promosso un dibattito partecipato tra i candidati della Circoscrizione Nord-Est, mentre Confesercent rinnova la sollecitazione a mettere le piccole e medie imprese al centro dell’economia e delle politiche di sviluppo, con un articolato documento che tra le urgenze indica l’armonizzazione delle norme e la semplificazione degli adempimenti burocratici che azzoppano le imprese.

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