Fratello maggiore

“Anch'io voglio essere nel Vangelo, con Gesù, con i cristiani a pieno titolo…”

PREMESSA

Densa dinastia quella dei Fratelli Maggiori, ampiamente reclutata tra farisei, proconsoli, clienti, feudatari, vassalli, servi della gleba, nobili, latifondisti, colonizzatori, clericali attivi e passivi, burocrati, camerati e compagni, sovranisti e populisti, maschilisti, capitalisti e ogni altra categoria di individualisti di massa (salvo errori e abbondanti omissioni).

Numerosi, senza neppur bisogno dell'incitamento: "Fratelli Maggiori di tutto il mondo unitevi!".

"Datemi ordini e io vi obbedirò dando ordini!". Incipiente candidato fascista anche il sottoscritto quando mi disoriento e mi arrabbio perché sullo smartphone mancano i tasti inequivocabili da premere e mi trovo con una superficie indefinita da accarezzare.

LETTERA DEL PRESIDENTE DELL’ORDINE DEI FRATELLI MAGGIORI AL PADRE Anch'io voglio essere nel Vangelo, con Gesù, con i cristiani a pieno titolo. Ho lavorato tutta la vita, ho una posizione e dei mezzi che mi sono conquistato o sono stati conquistati da te e da tutti i miei antenati in prima fila nel vangelo e tra quelli che vogliono il crocefisso nelle scuole. Non capisco come si possano ammettere e tollerare quanti non hanno realizzato nulla. Il mio prossimo è chi è degno di me, chi mi merita, chi è capace a farsi prossimo simile a me, chi è funzionale ai miei progetti, chi rappresenta per me un investimento dove i profitti superano i costi e ben per lui se sa approfittarsene. Tu stesso, padre, non hai saputo renderti prossimo, dovevi scegliere tra me e questo sciagurato che ha dilapidato il tuo e il mio: a lui un vitello grasso e a me neppure un capretto magro. Capretto che sacrificheresti al primo branco di poveri che battesse alla tua porta o alla prima ciurma di migranti che venisse dall'Etiopia. Migranti avventurieri che non sanno stare a casa loro e vengono ad inquinare la nostra. La mia fedeltà la sto dimostrando a questa Heimat, villaggio, clan familiare. Di quali elemosine e favori e protezioni vive la tua Chiesa se non delle mie e di quelli come me? Quale appoggio politico, economico e pubblicistico possono darti altri se non noi? A quando musiche, danze, banchetti e feste con noi che movimentiamo il mondo finanziario e quindi politico e militare? Io sono il tuo futuro, la sicurezza per la tua vecchiaia. Ti ho visto correre incontro a quel pezzente mentre per me ti sei spostato di due passi, dalla camera all'atrio! E' vero, era scappato di casa anche a motivo del mio bullismo ma era solo un gioco e se lo meritava!

Ma tu, padre, quando imparerai a fare le scelte giuste? Tu e i tuoi papi sempre più pauperisti, che giungono pericolosamente a baciare i piedi ai pezzenti, sarete sempre meno perché non avrete niente da dare se non vane parole. Tu non mi dai sicurezza. Mi obblighi a pensare e decidere. Mi lasci solo in balia delle mie responsabilità. Il saluto fascista mi tranquillizza quando vedo un loro manipolo redivivo, segnato a tempo da un loro gerarca rispondere "A noi!!!". Non sanno cosa toccherà "a loro" ma sanno che verrà loro detto senza che si affatichino a pensare. Il saluto a braccio teso lo vedo di due tipi. Quello, sempre a mano aperta, imperiale romano, ampio, calmo, sicuro, protettivo, esigente e quello scattante, rapido, nervoso, impegnativo, esecutivo. Ambedue mi fan bene e mi fanno preferire l'Ordine alla Libertà. Mi danno una divisa esteriore che copre la mia interiore insicurezza. Dicono che tutto quel che esprimo, impongo o faccio sia frutto della mia paura. Ma la mia efficacia sulla servitù di casa (molti li ho in pugno) è perché sono capace di far leva sulla loro paura e di ingrandirla.

E' vero, ho paura e sono guidato dalla paura, però anche faccio paura e mi servo della paura. Di che cosa ho paura? Anche quando lo so non lo dico, ma sono molto capace di cogliere la paura delle masse e di ingigantirla.

Dovete aprire una seconda era costantiniana fondata non più sull'imperio dell'Impero ma della Finanza e dell'Istinto. Preferisci gli scandali sessuali alle operazioni finanziarie e politiche anche se un po' fuori dalle consuetudini etiche? Se vuoi puoi sostenere pro forma questo giovanotto vagante e squattrinato ma esigo nei miei riguardi la precedenza di fatto e di diritto se vuoi ancora che ci salviamo assieme. Altrimenti anch'io ho abbastanza dalla tua eredità e saprò mettermi totalmente in proprio come ormai stanno facendo tutti. Voglio vedere quanti saranno i giovani, per i quali tanto ti sbracci, che ti seguiranno. Qualche crocefisso ottocentesco e qualche prete antiquato lo troverò sempre per eventuale celebrazione opportuna e conveniente. Allora? Non ho capito chi esce di casa: tu o io? O tutti e due?".

Vale anche per noi, in questi nuovi campi di spietatezza neoliberista e populista, la risposta che la grande credente Hetty Hillesum sentì nascere in sè nel campo nazista che l'avrebbe sterminata: " E quasi a ogni battito del mio cuore cresce in me la certezza che Tu non puoi aiutarci ma tocca a noi aiutare Te, difendere fino all'ultimo la tua casa in noi. Credimi, io continuerò a lavorare per Te e a esserti fedele e non ti caccerò mai dal mio territorio!".

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