Vigneti in confusione

Il controllo delle tignole dell’uva mediante feromoni che disorientano le farfalle maschio si applica nella quasi totalità dei vigneti del Trentino. Una storia iniziata trent’anni fa

“28 anni di confusione sessuale per il contenimento delle tignole della vite. L’esperienza di Mezzocorona” è il titolo di una relazione che Mauro Varner e Luisa Mattedi hanno predisposto a supporto didattico ad una lezione che terranno ai diplomandi dell’Istituto tecnico agrario di S. Michele all’Adige.

Il compendio delle slides accompagnate da testo esplicativo in realtà va ben oltre l’arco temporale indicato nel titolo. La storia della confusione sessuale dai primi anni ’80 ai giorni nostri è infatti preceduta dalla ricostruzione di circa 200 stagioni di lotta alla tignola e tignoletta dell’uva nei vigneti del Trentino seguendo la traccia degli insetticidi impiegati nelle varie epoche. Con l’evidente intenzione di dimostrare il progressivo avvicinamento ad una difesa basata su principi attivi sempre meno impattanti sulla salute umana e sull’equilibrio dell’ecosistema vigneto.

Estratto di tabacco, arseniati, cloroderivati, esteri fosforici, regolatori di crescita, Bacillus thuringensis (biologico). A fare da sfondo c’è la successione nel tempo di diverse concezioni nella difesa fitosanitaria proposta dal prof. Baggiolini della Stazione di ricerca agronomica di Losanna (CH): lotta chimica cieca, lotta chimica ragionata, lotta guidata, difesa integrata, produzione integrata.

La storia della confusione sessuale nei vigneti del Trentino parte dall’ESAT (1980) e dalla cantina di Mezzacorona (2000) perché gli autori hanno lavorata inizialmente come consulenti tecnici all’Ente di sviluppo passando successivamente a Mezzocorona (Varner) e alla Fondazione Mach (Mattedi).

Risale al 1991 la prima applicazione pratica di confusione sessuale con dispenser BASF su 14 ettari di vigneto attuata insieme a 55 viticoltori soci della cantina. Si può solo immaginare il lavoro di persuasione e graduale sensibilizzazione svolta dopo quella data da parte dei due tecnici tra i viticoltori della Piana Rotaliana, per arrivare al risultato annunciato nel 2001: tutti i vigneti di Mezzocorona sono confusi.

Data la finalità didattica, la relazione contiene anche notizie storiche. La parola feromone fu coniata nel 1959 da P. Karslon, biochimico tedesco e M. Luscher, svizzero, che hanno fatto prove di confusione su nottue.

La crescita di interesse per l’argomento a livello internazionale è documentata dal numero di pubblicazioni scientifiche apparse nei decenni successivi: 674 nel 1982; 1.600 nel 1999; 7.000 nel 2011; 8.000 nel 2015.

Nel 2018 gli ettari interessati da interventi con feromoni a confusione, a livello mondiale, erano in totale 1.260.000. La rapidità di diffusione del sistema si deduce anche dalla rivoluzione tecnologica degli strumenti usati per l’erogazione dei feromoni: diffusori passivi (650.000 ettari); diffusori attivi (300.000 ettari); microcapsule (285.000 ettari); auto confusione (25.000 ettari).

Il metodo si applica in prevalenza ai lepidotteri e alle cocciniglie.

L’ultimo capitolo della relazione è dedicato alla confusione mediante feromoni nei vigneti infestati da cocciniglia cotonosa, dapprima in Sicilia ( vigneti di proprietà del Gruppo Mezzzacorona) e dal 2013 in Trentino ( Vallagarina e Alto Garda, 600 ettari nel 2018).

La parte didatticamente e tecnicamente più interessante della relazione è il resoconto delle assidue e progressive ricerche compiute soprattutto da Mauro Varner e collaboratori dell’ufficio di consulenza del Gruppo Mezza corona per stabilire all’interno dell’ampio distretto viticolo rotaliano la percentuale di presenza di tignoletta, tignola e eulia con riferimenti puntuali all’epoca di comparsa e alla successione nel tempo delle diverse fasi del ciclo biologico: uovo, larva, crisalide, farfalla.

L’indagine, durata più anni, ha fornito dati e conoscenze certe. Nella zona di fondovalle e bassa collina la tignoletta è il fitofago principale (6.955 ettari; 77,5%). Nelle zone di media collina c’è anche la tignola (1.800 ettari; 20%). In alta collina è presente accanto alle due precedenti anche l’Eulia. Su questa variegata situazione i tecnici possono stabilire e consigliare la soluzione più adatta in termini di tipo di diffusore e di numero di diffusori da collocare per ettaro. Il ricorso a insetticidi a basso impatto è molto marginale e mirato.

Non poteva mancare una appendice riservata alla confusione vibrazionale basata sull’utilizzo degli impulsi elettromeccanici (onde vibrazionali) che interiscono fra maschi e femmine della cocciniglia americana della vite, (vettore della flavescenza dorata) per disturbare il messaggio che intercorre fra i due sessi e impedire l’atto riproduttivo.

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