“Noi, tute bianche, giovani volontari”

Il prof. Antonio Osele racconta l’esperienza dei Soci Costruttori, diffusa da padre Lardo in tutt’Europa e attecchita anche in Trentino

Quanti trentini della terza età e oltre ricordano ancora quei gruppi di giovani che venivano nei nostri paesi, vestivano come divisa delle feste una pesante tuta di cotone bianco, e durante le vacanze estive sudavano come manovali nei cantieri di costruzione di opere sociali (chiese, oratori , cooperative operaie). Quei muri, se potessero parlare, ci racconterebbero la grande generosità dl volontariato giovanile e italiano che si integrava con quello dei paesani dopolavoristi (operatori nei campi, nelle fabbriche, nei sistemi di trasporto e di comunicazione). Molti ricorderanno che anche nostri gruppi giovanili andavano in paesi esteri a sdebitarsi in sudore con i coetanei stranieri .

La storia vera ci racconta che, negli anni ‘45-‘70, un Frate olandese, soprannominato Padre Lardo, si faceva in quattro per aiutare i profughi affamati nelle zone distrutte dalle battaglie, vaganti oltre i confini in assestamento tra Germania, Belgio, Olanda e Francia. Egli diede vita a un’organizzazione chiamata I.B.O. (Internazionale BouwOrde) che mettesse insieme dei giovani pronti a prestare lavoro nei tanti cantieri edilizi , volontari e organizzati come gli antichi cavalieri medievali guidati da una croce di Gerusalemme con al centro una casa in costruzione . Si svilupparono sezioni nazionali nei vari stati europei, aggiungendo alla sigla IBO la qualifica in francese di “Compagnons Bâtisseurs”.

Quando nel gennaio 1957 arrivarono dal Benelux a Trento i Padri Bianchi dei Sacri Cuori con la loro Casa sulla collina tra Cognola e Ponte Alto, padre Angelo Marcandella incontrò subito l’ing. Giuseppe Veronesi, sindaco di Rovereto, ben attivo nella politica e nel sociale delle Acli: nacque da loro l’idea di costituire una sezione italiana di IBO: i “Soci Costruttori”.

Dapprima si attivarono a ospitare le squadre di giovani del Benelux che venivano a prestare aiuto nel grande centro pastorale di Cristo Re (ideato e sostenuto da don Guido Avi) e nella coperativa dei Castori che costruivano abitazioni per le proprie famiglie lungo il torrente Salè. Poi anche nella costruzione di case, oratori chiese nei centri sprovvisti.

Ben presto però, informando l’Azione Cattolica (Fuci e Giac) e vari seminari diocesani e conventuali, si formarono squadre di giovani volontari pronti a organizzare campi di lavoro anche all’estero (Germania, Francia, Belgio…). Da noi si sostennero i bisogni di nuove case popolari, di oratori e scuole materne, chiese nei centri sprovvisti (citiamo qualche esempio come: Binelonghe di Rovereto, oratorio di Volano, chiesa di Pedergnone, chiesa di Zambana Nuova, chiesa di S.Donà a Cognola). Le nostre tute bianche operarono in paesini disagiati della Francia e del nord Europa. Merita un cenno particolare Lione dove numerosissime squadre italiane collaborano con il centro di “Notre-Dame des Sans-Abri”.nella sistemazione di alloggi prefabbricati per i nuovi profughi d’Algeria.

Finalmente nel 1968, con atto notarile, l’Associazione prese veste legale e trovò udienza anche nei palazzi governativi con proposte per le sovvenzioni al volontariato e la trasformazione del servizio di leva in servizio civile per gli obiettori. Ma ben presto negli anni ruggenti della rivoluzione culturale, gli uffici dei Segretariati IBO nazionali e generale andarono in tilt per la nuova natura del volontariato e delle richieste ai governi di “leggi civili e più giuste”IBOitalia col nuovo logo dove accanto alla croce di padre Lardo s’ergeva un muro in costruzione. I caratteri del simbolo sono: l’ispirazione al messaggio evangelico; la costruzione con mattoni vari del mondo attuale; la compagnia che aiuta ad operare meglio.

Nel 2012 padre Angelo si ritira (resta presidente onorario) e oggi gli uffici IBO italia della sede nazionale, ben guidati da Dino Montanari, si animano di giovani in piena effervescenza che si accontentano di retribuzioni minimali per orari a volte impossibili. Aderisce alla FOCSIV ((la Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario, di cui è assistente ecclesiale mons. Luigi Bressan). IBO dedica particolare attenzione alla formazione dei volontari per il servizio civile (nazionale, estero, universale), è sede di valutazione per chi vuol dedicare un anno o più al servizio prospettando proposte adeguate a ciascuno. Si avvale di volontari (anche stranieri) nei propri uffici a Ferrara e nelle sue sedi periferiche, offre accettazione nei campi di lavoro e di solidarietà in Italia e all’estero ( Perù, Ecuador, Romania Tanzania,Ucraina e in altri paeso…). All’inaugurazione della nuova sede in maggio a Ferrara abbiamo potuto rivivere per tre giorni (23,24,25 maggio) quegli anni giovani di “tuta bianca”.

Non posso nascondere un’intima commozione a pensare che quella palazzina, sorta come abitazione della famiglia Bernardi accanto a cliniche e parchi alberati nella paludosa zona dell’oltrepò ferrarese, diventata poi di proprietà comunale e adibita a scuola materna, intitolata a un’insegnante speciale Giuditta Banzi,attivista sindacale nella scuola, morta a 34 anni a Brescia nella “strage della Loggia” 45 anni fa. Come è bello battersi sempre, giovani e vecchi insieme, per il Bene Comune.

Antonio Osele

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