Uomini e donne “eucaristici”

“Smarrimento, delusione, rassegnazione accompagnano spesso la vita delle nostre comunità, delle nostre parrocchie, delle nostre realtà ecclesiali”, così il vescovo Lauro nell'omelia della Messa in occasione del Corpus Domini di giovedì scorso. Nella solennità in cui si celebra l'Eucarestia, però, ha ricordato anche che essa “è un 'grazie' senza soluzione di continuità, perché è troppo grande l’Amore che abbiamo visto e toccato in Gesù per perdere fiducia e speranza”, suggerendo così il modo corretto di porsi nei confronti degli altri attraverso le parole di San Cipriano: “umiltà nella conversazione, discrezione nelle parole, misericordia nell’agire, non fare torti e tollerare il torto subito, mantenere la pace con i fratelli, amare Dio con tutto il cuore”.

Prima della processione con l'ostensorio per le vie della città, fino alla chiesa del Santissimo, il vescovo ha sottolineato che “fare Eucarestia non ci porta a fuggire dalla realtà”, bensì “realizza l’atto rivoluzionario di mettere a disposizione, senza che sia richiesto, ciò che siamo e abbiamo. L’uomo e la donna eucaristici si lasciano provocare dalle persone e dai loro bisogni, non giocano allo scaricabarile ma entrano direttamente in gioco. Non conoscono la logica del “non mi riguarda”. Al contrario, dicono con forza: “Io ci sono, ci sto”.”

Proprio ponendo l'accento su questa “esperienza del condividere” e del donare, mons. Tisi ha voluto rimarcare che “quando sperimenti la fame, il miglior antidoto è trovare qualcuno da sfamare; quando soffri la sete, trovare qualcuno da dissetare”.

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