Radunati dal Sacro Cuore

Numerosi i partecipanti alla Giornata di Santificazione sacerdotale presso la Casa generalizia di via Giardini

Una Festa di famiglia: è questa la sintesi che più si avvicina per descrivere la serata di venerdì scorso presso la Casa generalizia dei Padri Venturini e delle Suore del Sacro Cuore in via Giardini a Trento.

Due congregazioni – di Gesù Sacerdote e delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù – accomunate non solo dall'unico Fondatore, padre Mario Venturini (Chioggia 1886 – Trento 1957), ma soprattutto dallo spirito che ne continua la missione e dalla fedeltà al suo carisma.

“Una ricorrenza molto significativa” l’avevano definita i due superiori generali, padre Carlo Bozza e sr. Caterina Gentile, nell’invito che aveva raggiunto amici e familiari nei giorni scorsi. Una Giornata, quella della Festa del Sacro Cuore o di Santificazone sacerdotale che intende costituire un ricordo dell’appartenenza al Signore e nello stesso tempo un ritornare alle fonti per rinnovare la propria disponibilità ad accogliere ed offrire i sentimenti del Cuore sacerdotale di Gesù per celebrarlo e dargli gloria.

Ma una festa è più festa solo se è condivisa e, come ogni anno, sono stati molti a raccogliere l'invito a salire in via Giardini e partecipare alla concelebrazione presieduta dall'arcivescovo, Lauro Tisi nel tardo pomeriggio. Una condivisione della mensa eucaristica che si è poi continuata nella convivialità fraterna del “post mensa”, come ha definito padre Gianluigi Pastò la cena consumata, insieme agli ospiti nel cortile interno della Casa.

Da parte sua il vescovo Lauro ha inteso riproporre nell'omelia alcuni temi a lui cari, espressi anche nell'ultima Lettera pastorale di giugno dal titolo “Come goccia”.

Il desiderio d’infinito («Il “per sempre” abita il cuore di ciascuno di noi»), il “silenzio che parla”, come a Nazareth («per cantare l’inno ad una vita liberata dall’ossessione dell’utilità e consegnata invece alla leggerezza della gratuità, riconoscendo che tutto è dono del Padre»), la Chiesa-Luna così lontana da quella Chiesa-Sole cui ci hanno abituato… Per l’arcivescovo è questa la “chiave di volta” di una vita cristiana: passare in rassegna le persone con i sentimenti del Padre, del Buon Pastore o di una madre attenta. In altre parole, vivere alla maniera di Dio e amare l’altro come lui, con uno sguardo pieno di premura per ogni esigenza.

L'invito finale era allora un «piegare le ginocchia e pregare il Padre perché riversi su di noi i sentimenti di Gesù di Nazareth, senza mai dimenticare che, proprio come diceva Tertulliano, l'Alter Christus non è solo riferito al prete, perché ogni discepolo, indipendentemente dal suo stato di vita, presbitero, religioso o laico, è chiamato ad assumere lo stile di vita e i sentimenti di Gesù di Nazareth, il Cristo Signore».

E, tra i partecipanti che gremivano il cortile interno al momento della cena, sembrava essere proprio la gioia a permeare i volti, atteggiamenti e saluti. “Un gioia che oggi sembra diventata una merce rara perché se uno appare contento rischia di essere scambiato per superficiale”, ha detto mons. Tisi invitando alla “gioia che nasce solo dalla relazione”. Più che evidente la soddisfazione di padre Bozza e dei suoi confratelli, al vedere tanti amici saliti a stringersi con affetto attorno alla loro Congregazione in festa. Una Festa che ha ricordato anche il 50° di sacerdozio di don Luigi Panzera (78 anni), originario di Cremona e incardinato nella nostra diocesi fin dagli anni '70, quando era stato anche cappellano presso la parrocchia del Santissimo a Trento (diversi i fedeli che hanno voluto condividere la sua gioia).

Perché la Giornata di Santificazione sacerdotale – “inventata” da P. Venturini 1947 a livello italiano e dal 1948 portata a livello mondiale, organizzata per tanti anni dalla Congregazione di p. Venturini con la benedizione annuale dei papi (in particolare Pio XII) e assunta nel 1995 dalla Congregazione del Clero vaticana, purtroppo non sempre così puntuale nell’inviare temi e modalità per viverla insieme a tutti i vescovi del mondo come facevano da anni i Venturini attraverso una lettera (nelle varie lingue) a tutti i singoli vescovi con un tema preciso, sviluppato nel messaggio e proposte di possibili modalità per viverla tra i preti ed anche con le comunità cristiane – rappresenta un appuntamento annuale, soprattutto per tutta la comunità ecclesiale trentina, come ricordava l’arcivescovo nel saluto iniziale. Un radunarsi in tanti, perché “chiamati dal Sacro Cuore”.

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