Pronti a tornare

Tra gli strumenti didattici per rendere meno “traumatico” il rientro a scuola dopo le vacanze, perché non provare il Kamishibai, ispirato alla tradizione dell’antico teatrino giapponese di carta?

Giovedì 12 settembre suonerà la campanella per l'avvio del nuovo anno scolastico. Dopo la scuola dell’infanzia che ha dato il via alle lezioni per 14.020 bambini lo scorso 2 settembre, tocca ora ai più grandi della primaria, della secondaria di primo e secondo grado e della formazione professionale. Sono complessivamente 84.371 gli studenti trentini di cui 14.020 nella scuola dell’infanzia, 26.704 nella scuola primaria, 16.602 nella scuola secondaria di primo grado, 20.939 nella secondaria di secondo grado e 6.106 nella formazione professionale. Alla vigilia dell’avvio della scuola, si è conclusa l’assegnazione delle supplenze mediante il nuovo sistema informatizzato “Chiamata Unica”. Sono 1223 gli incarichi per l’assunzione a tempo determinato del personale docente della scuola primaria e secondaria della Provincia autonoma di Trento assegnati nei giorni scorsi.

In considerazione del fatto che l’inizio dell’anno è sempre una grande sfida, sia per i bambini che per i loro insegnanti, per aiutare quanti operano nel mondo della scuola ad affrontare le nuove fatiche, la Libreria Erickson, completamente rinnovata negli spazi e negli arredi, ha programmato sette incontri tematici, gratuiti, fino a esaurimento dei posti disponibili, per prepararsi al meglio al rientro dalle vacanze, dal titolo inequivocabile “Pronti per tornare a scuola?”.

Il primo della serie ha suggerito ai presenti la possibilità, nei primi mesi di scuola, di proporre attività sotto forma di giochi e laboratori, mirati allo sviluppo di abilità quali il problem solving, life skills e compiti di realtà, oltre a favorire l’apprendimento cooperativo.

Lunedì 9 Manuela Boz e Silvia Moretti hanno presentato il Kamishibai, strumento per la narrazione e l’animazione di storie che riprende la tradizione dell’antico teatrino giapponese di carta. Si presenta come una valigetta in cartone, nella quale si inseriscono delle tavole con la stampa del disegno, con il testo sul retro. In questo modo lo spettatore vede l’immagine mentre il narratore legge la storia. Utilizzato dai cantastorie giapponesi, il kamishibai ha avuto origine nei templi buddisti del XII secolo, dove i monaci utilizzavano delle opere di narrativa con testo ed immagini, per narrare ad un pubblico, principalmente analfabeta, storie dotate di insegnamenti morali. Il kamishibai può oggi diventare uno strumento unico e peculiare per narrare storie caratterizzate da un contenuto didattico-educativo. Lo hanno dimostrato a docenti e genitori Manuela Boz e Silvia Moretti, illustrando il kamishibai che la casa editrice Erickson ha rielaborato per la narrazione e l’animazione di storie in classe e con il quale gli insegnanti possono proporre ai bambini della scuola dell’infanzia e della primaria una serie di attività per scoprire e divertirsi con i cinque sensi. “Marilù e i cinque sensi” è il titolo della prima di una serie di storie che accompagneranno nel tempo questo nuovo progetto editoriale. I docenti possono utilizzare il teatrino di cartone, le tavole illustrate e la guida per creare un’atmosfera di profonda emozione nella narrazione ai bambini, dalla quale partire per sviluppare molteplici attività relative alla percezione e ai cinque sensi. “Il kamishibai è un originale ed efficace strumento per l’animazione alla lettura, è un teatro d’immagini che invita a raccontare e fare teatro, un teatro che sale in cattedra, usandola come luogo scenico per creare un forte coinvolgimento tra narratore e pubblico”. E’ già in cantiere una nuova narrazione che lavorerà sulle emozioni, ma ciascun docente e ciascuna classe potrà utilizzare il teatrino, con nuove storie, storie rielaborate e, perchè no, anche un teatro delle ombre. “Ascoltare storie – scrive Carlo Scattaglini, autore di libri per bambini e ragazzi e di testi di didattica semplificata, che ha curato il lavoro della Erickson – così come ri-raccontarle e inventarne di nuove, è fondamentale per la crescita cognitiva ed emotiva del bambino perchè permette di conoscere e comprendere il mondo, di acquistare consepevolezza della propria interiorità e di quella altrui. Supportare l’ascolto attraverso l’affiancamento di lettura ed illustrazioni, sono elementi fondamentali sia per sostenere la comprensione della narrazione, sia per far leva sulla dimensione immaginifica dei bambini, che in questo modo entrano nel mondo fantastico della storia che si sta narrando”.

A metà strada tra teatro e lettura, il kamishabai rappresenta una forma di comunicazione a doppio senso dove l’immagine favorisce la concentrazione di chi partecipa al racconto delle storie e ne attira magneticamente l’attenzione. Una televisione ante litteram, dove lo spettatore non è passivo, ma interagisce con il narratore, che lo rende, questa volta, spettatore partecipe.

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