Ecosostenibilità, obiettivo glocale

Due forti richiami sull’impegno ambientale: la riflessione su Stava ed un convegno in Corea con tre relatori trentini

L’urgenza dell’ecosostenibilità come obiettivo globale e locale quest’estate è stata condivisa in luglio in un affollato evento di aggiornamento dell’Ordine giornalisti per colleghi locali e nazionali. Ed il tema era ripreso nelle stesse settimane da tre trentini – l’arcivescovo emerito Luigi Bressan, la regista Lia Giovanazzi Beltrami e – invitati a Goesan in Corea per un incontro mondiale in cui si discuteva di salvaguardia ambientale e custodia del Creato.

Sulla tristissima giornata di 34 anni fa a Stava, rimasta scritta indelebilmente nel cuore dei parenti delle vittime, il racconto è diventato testimonianza personale. Graziano Lucchi, autore fra l’altro del libro “Stava perchè”, ha ricordato disastri analogi avvenuti in questi anni e in partiticolare quello che in Brasile, nel distretto di Brumadinho, ha causato lo scorso anno l’inquinamento dei fiumi Gualaxo e Rio Doce per una lunghezza complessiva di oltre 660 km del letto dei fiumi e 15 kmq di terreno contaminati. Un disastro di proporzioni immani – 250 mila abitanti rimasti senz’acqua potabile – di cui si è parlato pochissimo alle nostre latitudini e longitudini, quasi che gli eventi lontani non avessero diritto di cronaca da noi, come si è sottolineato nel dibattito. Ammontano a 69 incidenti nel mondo quelli accaduti dopo l’evento di Stava (mentre sarebbero almeno 40 quelli precedenti) e spesso si tratta di strutture che crescono in altezza, alimentate oltre misura, spiegava l’ing. Lucchi, senza colpevole programmazione. Si calcola che in Europa siano attive ancora almeno 400 milioni di m3 di discariche pari al 29% del totale dei rifiuti solidi, mentre in Italia l’inventario dell’ISPRA imposto dalla legge del 2008 registra ad oggi 650 strutture di deposito chiuse, incluse quelle abbandonate “che hanno gravi ripercussioni negative sull’ambiente o che possono rappresentare una grave minaccia per la salute umana o l’ambiente”. Nella sola Sardegna queste strutture di deposito sono state valutate in circa 70 milioni di metri cubi.

“Il vero monumento alle 268 vittime innocenti di Stava – ha scritto il giornalista Franco De Battaglia – è l'impegno silenzioso, costante, tenace che le famiglie sopravvissute hanno sofferto e trasmesso lungo tutti questi anni per mantenere vivo il ricordo dei loro cari e soprattutto per tradursi in un momento di vero riscatto civile, per gridare la necessità di rapporti nuovi fra gli uomini”.

Se quella di Stava non si può archiviare come una fatalità, occorre però lavorare alacremente oggi, per tradurre la convinzione della custodia del Creato in comportamenti concreti di salvaguardia di quanto abbiamo ricevuto in dono e che siamo chiamati a “trasmettere” ai nostri figli.

Ecco allora che l’attenzione all’ambiente, e all’economia circolare è imprescindibile per ogni intervento economico che voglia dirsi “eco-sostenibile”. Con questa qualifica si intende ciò che porta ad agire l’uomo in modo che il consumo di risorse sia tale che la generazione successiva riceva la stessa quantità di risorse che noi abbiamo ricevuto dalla generazione precedente. A ribadirlo con convinzione è stato Andrea Segré, docente a Bologna e a Trento, presidente della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige.

L’urgenza della custodia del Creato è stato tema centrale dell’intervento di mons. Luigi Bressan al convegno in Corea: «Ho accettato subito volentieri l’invito a parlare là – ci risponde il vescovo emerito – perché conoscevo lo spirito della Conferenza e mi sono sentito subito a mio agio: gli asiatici sono molto sensibili oggi ai temi ambientali, ma l’appuntamento aveva in più un respiro internazionale”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Lia Giovanazzi Beltrami, che in Corea ha parlato sulle politiche di accoglienza e integrazione. «E’ stato un evento importante e decisivo per tutto il mondo, un momento di riflessione per tutti coloro che hanno a cuore il Creato e i suoi abitanti».

Già la 15° Conferenza mondiale sui trasporti – che si è tenuta a Mumbay in India alla fine del mese di maggio – aveva evidenziato l’urgenza di un ripensamento a livello globale, ma in Corea si è andati oltre, in linea con gli accordi di Parigi: per ridurre le emissioni di CO2 occorre abbandonare senza indugio ogni uso dei combustibili fossili. “Biologico 3.0” era il titolo del convegno di Goesan per ribadire l’importanza dell’agricoltura ecosostenibile. Un tema e un concetto non ancora conosciuto ai più, ma non è mai troppo tardi per informarsi. E cambiare comportamenti e stili di vita.

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