La speranza germoglia e cresce

Si è concluso sulle note di "Alba Chiara" di Vasco Rossi il riuscito e partecipato convegno "Tocca (a) noi. Costruire una cultura nuova, contro la violenza di genere", svoltosi venerdì 27 settembre nella sala conferenze della Fondazione Caritro, a Trento. La canzone è stata eseguita su richiesta della famiglia di Alba Chiara Baroni, la giovane vittima di femminicidio due anni fa, ed è stata eseguita dalla cantautrice Isotta Tomazzoni.

Il convegno era il primo dei due incontri previsti nell’ambito del progetto "Alba Chiara: luce negli occhi, gioia nel cuore", avviato dalla famiglia Baroni insieme alla Fondazione Famiglia Materna, che fa parte della rete dei servizi antiviolenza del Trentino, il cui fulcro è la mostra di dipinti di Alba Chiara ospitata a palazzo Trentini in via Manci a Trento, sede della presidenza del Consiglio provinciale, che ha riscosso apprezzamento tale da essere prorogata fino all’11 ottobre.

Al convegno è stata raccontata l’esperienza trentina di “CambiaMenti“, percorso avviato 10 anni fa all’insegna del “rieducare per prevenire” e diventato a tutti gli effetti un servizio sociale, gratuito, di contrasto alla violenza di genere, destinato a uomini autori di maltrattamenti e abusi. Il percorso, che ha come scopo la protezione delle donne, è articolato in 28 incontri di gruppo a frequenza settimanale, e mira a favorire l’acquisizione di consapevolezza circa i propri comportamenti e le modalità di reazione alle situazioni che possono verificarsi all’interno della coppia, con riscontri tempestivi su possibili recidive. “Sono 8 mesi durante i quali gli uomini hanno la possibilità di confrontarsi e capire che certe azioni sono lesive dell’altra persona – ha spiegato la dottoressa Cristina Garniga di Famiglia Materna -, riconoscendo la responsabilità di azioni sbagliate. Loro stessi chiedono di essere aiutati a essere mariti e padri migliori”. “Lavoriamo con persone che entrano in contatto con le proprie difficoltà – ha evidenziato il dottor Ivan Pezzotta di Alfid -, e per molti è un cammino di profondo cambiamento durante il quale si rendono conto che chiedere aiuto è segno di forza e volontà di impegnarsi a modificare il modo di relazionarsi, sapendo che c’è sempre la possibilità di scegliere come agire ed esprimere sentimenti ed emozioni senza ricorrere alla violenza”. “Il Progetto Alba Chiara ha l’obiettivo di raccogliere fondi a sostegno di donne in difficoltà e sensibilizzare la cittadinanza sulla differenza tra possesso e amore e sulla necessità del rispetto in ogni relazione – ha detto Emanuela Skulina di Famiglia Materna, responsabile di progetti di reinserimento lavorativo di donne vittime di violenza e da tempo impegnata in “CambiaMenti” -. Diamo speranza e possibilità di ripartire a donne che hanno subito abusi e maltrattamenti con piccoli gesti che permettono di riconquistare la normalità: con i fondi raccolti abbiamo aiutato una mamma a iscrivere il figlio ad un corso sportivo, un’altra ad acquistare una medicina lasciata nella casa dalla quale era scappata, un’altra ad evitare lo sfratto”.

Trasformare il dolore in speranza e contribuire ad aiutare donne che hanno subito violenza è il motivo ispiratore dell’azione coraggiosa della famiglia Baroni: “Bisogna parlare, non stare zitti – ha detto Loredana Baroni -. Le opere di Alba Chiara e i suoi colori trasmettono gioia di vivere e il suo sogno, realizzato, di esporre i suoi dipinti, è e sarà il nostro futuro, un’eredità da far conoscere”. “Siamo stati travolti, noi e la comunità, e la rabbia era tanta – ha aggiunto Massimo Baroni -, ma fin dal giorno dopo Loredana ci ha mostrato come si sta al mondo”. “Serve cultura per capire come percepisco me stesso e l’altro nel legame, per prevenire e porre freno ai maltrattamenti. Oggi la stiamo facendo: fare rete si può e fa bene”, ha commentato Mara Rinner, presidentessa dell’associazione Amici di Famiglia che sostiene il progetto fin dall’inizio (info@amicidifamiglia.org).

Il ricordo di Alba Chiara si lega dunque in un intreccio prezioso all’opera di prevenzione e tutela di molte strutture di accoglienza e di volontariato, attive da tempo in quella rete di sostegno territoriale che rende il Trentino esempio virtuoso.

La mostra è visitabile con i seguenti orari: lun-ven: 8.30-17.30; sabato e domenica: 8.30-12. Info: 0461.213111 – consiglio.provincia.tn.it.

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