Stregati dalla Brava Part. Folgaria riscopre la leggenda

Folgaria ha riscoperto la Brava Part – fotosertvizio Gianni Zotta
No sta nar ne la Gon popo, che ghé la Brava Part che te porta via”. Così le mamme folgaretane di un tempo passato ammonivano i figlioli per farli stare bravi e lontani dai pericoli della Valle del Rio Cavallo.

Ma chi era la tanto temuta Brava Part? Secondo la leggenda era una strega che abitava in un antro nascosto nel bosco, nell’alta valle del Rio Cavallo. Quasi impossibile incontrarla di persona, si poteva invece udire il suo canto, la sua voce aspra e penetrante. Era la sua strategia per tenere lontani coloro che osavano spingersi fino al greto del torrente Rosspach.

Dal 1988, da strega malvagia la Brava Part è diventata il simbolo dell’altopiano, del suo passato e delle sue tradizioni e, dopo un decennio di silenzio, gli scorsi 28 e 29 settembre, Folgaria ha riscoperto la sua testimone d’eccellenza, realizzando la storica grande festa di fine estate e inizio autunno a lei dedicata.

“Per gli abitanti di Folgaria la Brava Part è sempre stata una festa significativa”, spiega Daniela Vecchiato direttrice dell’Apt Alpe cimbra. “Erano tutti rassegnati all’idea che fosse ormai solo un lontano ricordo, ma da questo spirito nostalgico unito al fervente desiderio di ritrovare la propria storia, Apt e Comune di Folgaria sono partiti, assieme a associazioni e gruppi informali locali, impegnandosi con tanta energia per rimettere in pista la festa”.

Da singolo evento si è trasformato in una manifestazione di due giorni, partendo da sabato con lo svolgimento di trekking animati, laboratori didattici a cura di Donne in Campo, giochi di un tempo, storie di migranti raccontate da Roberto Marzari, concerti dei Cori Martinella di Serrada, Stella Alpina di Lavarone e Mini Coro di Rovereto.

La grande sfilata da Costa a Folgaria si è svolta domenica mattina e ha visto la partecipazione di 600 figuranti provenienti dalle varie frazioni del Comune, dai bambini racoleri ai pastori di San Sebastiano, dai brentelari di Carbonare ai zestelari di Nosellari, e poi gli scalpelini di Serrada, i vinaròi di Mezzomonte, i treveladori di Guardia, i boscaroi dell’Altopiano, il Carro della Fortezza di Lavarone, il carro dei casari e dei malgheri di Folgaria.

Insieme ai carri i bambini delle scuole e dell’asilo di Folgaria, il gruppo imperiale con Sissi e Francesco Giuseppe, la banda folkloristica della Magnifica Comunità di Folgaria, il coro Martinella, il coro stella Alpina, il coro dei costumi storici Valli del Leno “Laimpachtaler Zimbarn”, le bande musicali di Faedo e Moena, i Musikkapelle Sarnthein, la compagnia degli Schützen di Vielgereuth – Folgaria, la Compagnia Schützen “Battaglione Judicaria”, i Sonnerburger Schützenkompanie Sistrans, i Deitschneafner Gaslaschnoller di Nova Ponente, il Grabber – gruppo amatoriale del Bovaro del Bernese, le Scuole di Sci di Folgaria e Lavarone con i costumi storici, il Soccorso alpino.

“Da evento paesano – sottolinea la direttrice Vecchiato – è divenuto l’evento turistico di fine estate, che ha richiamato sull’Altopiano 10 mila persone. È un punto fondamentale di ripartenza culturale, l’idea è di creare un’associazione, motore per realizzare nuove attività e per portare la cultura e far conoscere la storia di Folgaria anche fuori dalle proprie montagne”.

La Brava Part non è solo spettacolo e folklore, ma comunità vivente, cittadinanza attiva. Persone che si radunano, che collaborano, che lavorano assieme per raggiungere un unico obiettivo. Famiglie che aprono vecchi bauli polverosi e vi trovano vestiti, oggetti, fotografie. E per un giorno indossano il passato, per mantenere viva la memoria degli antenati, i sacrifici, le mani callose, il sudore per portare il pane in tavola e sfamare i tanti figli.

Oggi la comunità ritorna alla propria vita quotidiana del ventunesimo secolo, ma con la gioia di avere un cuore comune e la consapevolezza di aver riscoperto insieme la propria identità.

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