Più prevenzione e controllo del territorio

Vaia, un anno dopo: il bilancio dei danni, le azioni da intraprendere nella relazione della Commissione speciale maltempo. Puntare sulla prevenzione e sul monitoraggio del territorio

La tempesta Vaia, che ha portato distruzione e anche morte nell’arco alpino alla fine di ottobre 2018, è stata un evento meteo estremo. Ma dobbiamo aspettarci che fenomeni simili si verifichino nuovamente nei prossimi decenni, con sempre maggiore intensità e frequenza. A metterlo nero su bianco è la Commissione speciale maltempo istituita dal Consiglio provinciale, che alla fine del suo lavoro ha prodotto una corposa Relazione, approvata nella seduta del 14 ottobre scorso e diffusa martedì 22, a ridosso dell’anniversario di Vaia.

Quali le conclusioni? La Commissione, pur riconoscendo che la Provincia di Trento “è all’avanguardia nelle opere di protezione civile”, ritiene sia utile “dotare il territorio di ulteriori strumenti di prevenzione e di difesa del territorio, mediante interventi di messa in sicurezza a basso impatto ambientale, cioè reversibili e non impattanti, meglio inseriti nel paesaggio”. I cambiamenti climatici in atto suggeriscono di “puntare maggiormente sulla prevenzione e sul monitoraggio del territorio”. E sarà opportuno tenere ben presente l’evoluzione dei fenomeni meteo fin dalla scelta delle specie arboree da impiegare nel rimboschimento – che sarà avviata nel 2020 -, “per ricreare un bosco maggiormente resistente e resiliente rispetto alle avversità”.

I danni alle persone e alle cose. La tempesta ha causato la morte di due persone, Michela Ramponi rimasta intrappolata nella sua abitazione sommersa da fango e sassi a Dimaro, e Denis Magnani colpito da un fulmine in val di Non; ma altri incidenti – in un caso, a Tione, mortale – si sono purtroppo registrati nei mesi successivi: vittime, persone impegnate nella rimozione degli alberi abbattuti dal maltempo.

La stima complessiva dei danni causati dalla tempesta (aggiornata al mese di settembre 2019) è di 360 milioni di euro, a cui va aggiunta la somma di 12 milioni e mezzo di euro per lo spostamento del campeggio di Dimaro, travolto dall’esondazione del rio Riotan. Il costo per il ripristino completo della viabilità stradale, ciclopedonale e ferroviaria ammonta a 30,6 milioni di euro.

La superficie interessata dall’evento meteo è stata di 19.545 ettari, il 40 per cento dei quali (circa 7.800 ettari) ha riportato un danno superiore al 90 per cento. La maggior parte dei danni si è verificata tra i 1.200 e i 1.800 metri di quota s.l.m.. Il legname schiantato è pari a oltre 4 milioni di metri cubi (vale a dire l’equivalente di circa 9 riprese annue, posto che la ripresa annua è quantificata in quasi 500 mila metri cubi. Sono oltre 2 mila chilometri di sentieri interrotti parzialmente o totalmente (su una rete di 6 mila km in Trentino). Le zone più colpite sono quelle delle Valli di Fiemme e Fassa, il Primiero e il Lagorai. Una delle maggiori preoccupazioni è ora il pericolo di attacchi di parassiti (bostrico) al legname a terra: per ridurre possibili danni occorre procedere in tempi rapidi al taglio del legname danneggiato ancora in piedi, alla rimozione degli alberi abbattuti e al loro scortecciamento.

I danni a carico di abitazioni, veicoli, proprietà fondiarie di privati ammontano a circa 9 milioni di euro, di cui euro 8,5 milioni per le abitazioni e 172 mila euro per i veicoli. I danni maggiori si sono concentrati nelle Valli di Fiemme, Fassa, nel Primiero, nell’Alta e Bassa Valsugana, in Valle di Sole e nell’Alto Garda e Ledro.

Danni alle attività produttive si sono registrati nelle Valli del Primiero, in Valle di Fiemme e in Valle di Sole e sono stimabili, escluso Dimaro, in 7,6 milioni di euro.

L’intervento statale. Lo Stato ha corrisposto in una prima fase alle Regioni e e Province autonome colpite quasi 150 milioni di euro. In totale, lo Stato ha stanziato a favore della Provincia di Trento, per il triennio 2019-2021, 230 milioni e 564 mila euro (136.604.406 per il 2019, 47.829.957 per il 2020, 46.129.957 per il 2021) per la realizzazione di opere di mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico, per il ripristino dei servizi pubblici e per la riduzione del rischio residuo nelle aree colpite dagli eventi. Al 30 settembre 2019 risulta “impegnato” il 74 per cento delle risorse statali (cioè i lavori sono stati già appaltati); entro la fine dell’anno si raggiungerà l’obiettivo del 100 per cento, come richiesto dallo Stato.

Per i danni da maltempo che hanno colpito l’Italia nel mese di ottobre del 2018 (stimati complessivamente in poco più di 6 miliardi di euro), il Fondo di Solidarietà Europeo ha stanziato 277,2 milioni di euro: 15 milioni di euro sono stati assegnati, nel mese di settembre, alla Provincia autonoma di Trento e saranno impiegati per il ripristino del patrimonio forestale, in particolare per la sistemazione di sentieri ancora chiusi e per la realizzazione di strade di accesso agli alberi schiantati.

Provincia calmieratrice? La Commissione speciale per il maltempo si è interrogata anche sull’opportunità e sulle modalità di riconoscere un aiuto pubblico alle Asuc e alla Magnifica Comunità di Fiemme, sia per le opere di ripristino dei pascoli e dei sentieri sia per compensare i minori introiti futuri dalla vendita del legname. La Provincia di Bolzano ha adottato un intervento di sostegno pubblico in tal senso.

Controversa e dibattuta è la possibilità di un eventuale intervento della Provincia sul mercato del legno per calmierare il prezzo del legname: prima della tempesta Vaia un metro cubo di legname da alberi “in piedi” valeva in media 62 euro, dopo la tempesta il prezzo è sceso a 23 euro a metro cubo; è calato significativamente anche il prezzo medio ponderato del legname allestito in strada. E’ stata avanzata la proposta di un acquisto da parte della Provincia (direttamente o attraverso società partecipate) del legname schiantato per poi procedere a una vendita dilazionata nel tempo. Ciò potrebbe scongiurare il rischio di un crollo del prezzo del legname.

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