Ritorno al passato?

Günther Pallaver, tra i curatori: “Il concetto di integrazione è ambiguo. Certi concetti, a prima vista positivi, in verità seminano il vento che sfocia nella tempesta etnica”

Bolzano – Come è cambiata e come si è sviluppata l’autonomia altoatesina dopo la quietanza liberatoria del 1992? La questione è affrontata da molti. Nei giorni scorsi è stato presentato a palazzo Widmann un corposo studio dell’Università di Innsbruck che ne considera gli aspetti giuridici in relazione all’ordinamento nazionale e europeo.

Con una tavola rotonda sono stati presentati all’Accademia Europea i risultati della ricerca promossa dalla Società Gaismair sul tema “Differenziazione etnica e stratificazione sociale in Alto Adige”. La ricerca è pubblicata in lingua italiana dall’editore FrancoAngeli. Ne abbiamo parlato col politologo Günther Pallaver, uno dei curatori.

Pallaver, il cosiddetto “disagio degli italiani” si fonda su dati oggettivi o è un fenomeno solamente “di percezione”?

In prima linea è una fenomeno di percezione. Gli appartenenti al gruppo linguistico italiano vedono la propria situazione molto meno positiva rispetto al giudizio che gli altri due gruppi danno della propria. Una buona metà degli italiani ritiene che il proprio gruppo sia svantaggiato, anche se questa valutazione non è suffragata dai risultati oggettivi della nostra ricerca. Allo stesso tempo però gli altoatesini italiani valutano la situazione economica e politica in Alto Adige in termini molto più positivi dei tedeschi e ladini. Da un punto di vista soggettivo il livello di soddisfazione delle proprie condizioni di vita in Alto Adige è decisamente alto tra tutti i gruppi linguistici e tutti i ceti sociali. Questo non significa che il disagio sociale non esista. La povertà si allarga, ma tocca tutti i gruppi, in primo luogo gli immigrati. Una criticità si riscontra invece per quanto riguarda la rappresentanza politica. Non abbiamo fatto un’indagine specifica sul cosiddetto “disagio degli italiani”, ma la rappresentanza politica del gruppo linguistico italiano in Consiglio provinciale e nei comune negli ultimi anni è diminuita parecchio.

Si parla di “integrare” gli altoatesini di lingua italiana nel sistema autonomistico. Ma che cosa significa concretamente “integrazione”?

Il concetto di integrazione è ambiguo. Chi usa questo concetto con riferimento al gruppo linguistico italiano lo fa con malizia. Per quanto si possa dedurre dal discorso pubblico, significa che il gruppo linguistico italiano dovrebbe non solo avvicinarsi, ma adeguarsi alla realtà sociale del gruppo di lingua tedesca, immedesimarsi con l’altro gruppo, se non vogliamo usare il termine “assimilazione”. In questo contesto il concetto di integrazione ha il sapore della supremazia di un gruppo sull’altro. Se questa fosse la politica ufficiale, ci sarebbe un ritorno al passato che era caratterizzato da sfiducia reciproca, diffidenza, avversione e violenza. Perciò dobbiamo essere prudenti nell’uso di certi concetti a prima vista positivi, ma che in verità seminano il vento che sfocia nella tempesta etnica.

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