Australia, la lunga stagione dei fuochi

Padre Ferruccio Bertagnollli, salesiano, missionario in Australia. Foto Gianni Zotta

Padre Ferruccio Bertagnolli, salesiano, nato a Taio nel 1938, dal 1956 è in Australia. Qui padre Bertagnolli, da tutti chiamato Frank, ha ricoperto vari incarichi: è stato direttore di diverse comunità salesiane a Melbourne, Sydney e Hobart ed è un punto di riferimento per la comunità italo-australiana. Da Melbourne la sua testimonianza sugli incendi che devastano l’Australia.

Qualche giorno fa l’ufficio meteorologico dell’Australia ha rilasciato una relazione sul clima in Australia dichiarando che il 2019 fu l’anno più caldo e più secco nella storia di questa nazione dopo la colonizzazione europea. Questo ci da un po’ il contesto climatico dei disastrosi incendi che hanno devastato foreste, abitazioni, fauna e flora, campagne e comunità…

Mentre l’intensità e l’estensione di questi fuochi è senza precedenti in Australia, questa terra è sempre stata soggetta a inondazioni, fuochi, siccità, tempeste e disastri naturali. Dal punto di vista di perdite di vita umana (28 persone fino a oggi), gli incendi che ancora ardono in varie parti del Sud-Est dell’Australia non sono i più disastrosi. Nel mese di febbraio del 2009 (solo 11 anni fa), in pochi giorni gli incendi uccisero 173 persone e distrussero 2000 case, nella zona a Est di Melbourne.

E’ appunto la durata di questi incendi – dal novembre scorso – che ha sorpreso tutti, non solo in Australia, ma anche nel mondo. Proprio mentre scrivo questi appunti, il giornale-radio ha annunciato che il fumo dei fuochi dell’Australia ha coperto l’isola Sud della Nuova Zelanda!

La città di Sydney è stata la più colpita da una coltre di fumo basso e pesante, che rende la respirazione difficile, e per ammalati, anziani e bambini anche pericolosa.

In passato la stagione dei fuochi più o meno raggiungeva il periodo critico dalla metà di gennaio e si estendeva a tutto il mese di febbraio. Era il periodo in cui la combinazione di alte temperature, bassa umidità, venti forti e caldi dal Nord, creava le condizioni ideali per gli incendi nelle campagne e delle foreste. In questa occasione, le stesse condizioni si sono verificate già dall’inizio di dicembre, e hanno raggiunto il punto più intenso durante le vacanze estive (simile a ferragosto in Italia).

Anche la comunità italiana in Australia, e alcune famiglie trentine, hanno dovuto affrontare il pericolo dei fuochi. Per fortuna, e grazie a Dio, non ci sono state vittime. La famiglia che si è salvata per miracolo è una coppia di Rovereto che abita sulla costa al Sud di Sydney. Gli anziani marito e moglie hanno visto le fiamme a pochi metri dalla loro casa; e proprio in quel momento sono arrivati i pompieri che hanno salvato la vita ai due coniugi e anche la loro casa, mentre altre case nella stessa zona sono state distrutte. Tuttora la zona più minacciata dai fuochi è quella delle valli nel Nord-Est dello stato del Victoria. Nella valle dell’Ovens, la cittadina di Myrtleford è sede di un fiorente Circolo Trentino, e di una sede sociale degli Italiani – il Savoy Club. Ancora oggi, Myrtleford è dichiarata in stato di emergenza, e gli abitanti sono stati avvisati di tenersi pronti ad evacuare le loro case e proprietà. Si spera che arrivi presto un cambiamento delle condizioni atmosferiche… Anche perché il Comitato di quel Circolo Trentino sta organizzando un incontro nazionale dei Trentini in Australia per la fine di aprile!

I media locali, e immagino anche nel mondo, hanno dato la colpa al cambiamento climatico (Climate change) causato dalla gente, e ignorato dalla classe politica. Mi sembra una motivazione un po’ semplicistica. Il Centro di Meteorologia dell’Australia ha elencato le condizioni di cui ho parlato sopra – che sono al di fuori del controllo umano. Quello che i governi, sia statali (i quali hanno la responsabilità della protezione ambientale) che federale, possono fare è creare iniziative per la riduzione delle emissioni di carbonio e rafforzare leggi per un maggiore controllo delle foreste e della pianificazione urbana in zone soggette a pericolo di incendi.

E non è solo la popolazione umana che ha sofferto e soffre a causa di questi fuochi, ma tutta la natura, tutta la fauna e la flora, sta soffrendo per l’enorme perdita di un patrimonio che appartiene a tutta l’umanità. Si parla di centinaia di migliaia di animali, sia domestici per la produzione di carne, di latticini, di lana, sia quelli tipici della fauna australiana (canguri, koala, uccelli rari, lucertole e serpenti) che sono periti nelle fiamme dei fuochi. Senz’altro una parte importante del nostro “villaggio globale” è andata persa, e ci vorranno anni prima che le foreste e gli habitat di questi animali vengano ristabiliti. Senza parlare della produzione del miele: non solo le api sono state dimezzate, ma gli alberi da dove viene prodotto il miele sono stati distrutti in gran parte.

Molti gruppi e organizzazioni hanno sponsorizzato iniziative per la raccolta di fondi di assistenza per tutti coloro che sono stati colpiti dal disastro dei questi fuochi. Anche i giocatori di tennis che si trovano a Melbourne per l’Australian Open hanno dato un contributo di milioni di dollari. La generosità di tanta gente e la capacità di donazione ci ricordano che in circostanze disastrose dobbiamo sentirci tutti membri della stessa famiglia umana.

Molte nazioni hanno inviato aiuti in forma di personale addestrato a far fronte a situazioni di disastro e di pericolo. Sono già arrivati gruppi di assistenza dagli USA, Nuova Zelanda, Nuova Guinea, Fiji, e altre nazioni. Questo senso di solidarietà è di sollievo morale e va oltre le alleanze politiche.

La Chiesa cattolica in Australia ha dichiarato domenica 26 gennaio come giorno di preghiera per le vittime degli incendi, e di assistenza per tutti coloro che hanno perso casa, proprietà, lavoro, entrate…

Speriamo che la Chiesa di Trento si unisca a questa iniziativa di preghiera e di solidarietà.

(Padre Ferruccio Bertagnolli, salesiano a Melbourne)

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