Il soccorritore alpino Maurizio Simoni

È l’operatore tecnico formato per intervenire con competenza e sicurezza nell’emergenza in montagna. Sono vari gli ambienti impervi in cui si trova ad operare: roccia, ghiaccio, neve, vie ferrate e grotte naturali, dove intervengono gli speleologi. In caso di necessità particolari e di urgenza, si ricorre all’elicottero che favorisce un soccorso tempestivo. Particolare è il servizio delle unità cinofile che s’avvalgono di cani addestrati per la ricerca dei dispersi, anche sotto la neve. Il Soccorso Alpino del Trentino è presente in 35 stazioni territoriali e in una speleologica, conta 678 operatori tecnici.

Maurizio, di che razza è il suo cane Billy?

È un Border Collie di 5 anni. Generalmente i cani da soccorso sono di altre razze, come Pastore Tedesco o Belga, La-
brador, Setter e Golden Retriever; lui è stato quasi un esperimento, riuscito perfettamente però.

Perché si usa il cane?

Perché in determinate operazioni è l’unico animale che ci può aiutare, con grande risparmio di tempo. È in grado di setacciare una zona per la quale si richiederebbero almeno 50 persone. Riesce infatti a sentire l’odore della persona portato in superficie dalla neve e trasportato lontano dal vento.

Fino a quanti metri di distanza annusa il cane?

Dipende dal favore del vento, ma talvolta riesce a sentire una persona a 500 metri di distanza.

È molto difficile il tuo lavoro?

No, è impegnativo ma se è svolto con passione non è difficile.

Situazioni di pericolo?

Possono capitare. È importante stare sempre attenti, anche per non mettere persone in pericolo per salvarne un’altra.

In quest’anno sciistico avete fatto molti interventi sulle piste?

La nostra stazione di soccorso di Tione – una delle 23 stazioni della Guardia di Finanza – opera nella zona di Campiglio e Val Rendena. Abbiamo realizzato circa 110 interventi per incidenti dovuti generalmente a scontri tra sciatori. Soltanto tre o quattro volte abbiamo chiamato l’elicottero.

Perché certi sciatori non rispettano le regole?

Perché non pensano al prossimo; quando si scia bisogna sempre avere un occhio attento a come si muovono gli altri.

Lei lavora principalmente sulle piste da sci, ma quali sono gli altri interventi del soccorso alpino?

In alta montagna, in roccia, sui nevai e i ghiacciai, in grotta, nei boschi. Precisiamo che noi della Guardia di Finanza operiamo sempre d’intesa con le altre realtà del soccorso alpino provinciale (rocciatori, speleologi, elicotteristi…).

Perché hai scelto questo lavoro?

Sono nato in montagna, mi è sempre piaciuta, così come sempre mi sono piaciuti i cani. Ho la possibilità di fare il lavoro che mi piace dentro l’ambiente che mi piace.

Quanto serve la preparazionefisica?

Molto. C’è un addestramento specifico nelle tecniche di arrampicata, ma anche una preparazione fisica per operare con lucidità in situazioni difficili.

Il soccorritore alpino è un amante della montagna?

Sicuramente. Se non avesse questa passione, non farebbe questo lavoro.

A Billy piace questo lavoro?

Penso di sì, perché lo fa volentieri. Per lui è un gioco, non un lavoro. Sa che alla fine delle esercitazioni, dopo aver ritrovato una persona, prende il suo premio – una coccola, una pallina, un pezzettino di wurstel – e può giocare con
me o con il figurante, cioè la persona che finge di essere dispersa.

Mentre lei scia, il cane Billy come si comporta?

Quando non sono affollate corre lungo le piste, altrimenti si mette in mezzo alle mie gambe mentre io scendo a spazzaneve.

Si comporta bene anche in seggiovia?

Si, i cani si sanno abituare a qualsiasi mezzo di trasporto, dalla motoslitta all’elicottero, alla seggiovia.

E il cane San Bernardo rappresentato con il barilotto di whisky al collo?

È una leggenda nata da uno spunto di verità. In Val d’Aosta per collegare fra loro i conventi i monaci usavano questi grandi cani per battere il sentiero innevato. Probabilmente, si sono dimostrati validi anche nel percepire la presenza di persone sotto le valanghe. Quanto al whisky, oggi sappiamo tutti che l’alcol fa male ai feriti.

Quando i soccorsi non sono gravi con che cosa intervenite?

Sulle piste portiamo il ferito a valle con il toboga che è una barella con dei manici.

Talvolta in montagna ci sono incidenti mortali: quale consiglio ci potete dare?

Fare sempre attenzione, anche all’equipaggiamento. Incidenti gravi si verificano anche fra fungaioli o escursionisti che non portano calzature adatte o non prevedono improvvisi cambiamenti climatici. Bisogna rispettare le piccole regole di base per evitare problemi grandi e non mettere a repentaglio i soccorritori stessi. Se fosse per noi, non vorremmo mai intervenire…”

intervista realizzata dalla classe V della scuola elementare “Sacra Famiglia” di Trento

La scheda:

Nome: Maurizio

Cognome: Simoni

Segni particolari: Opera presso la stazione di soccorso alpino della Guardia di Finanza di Tione

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