Il corrotto irrita Dio

Per due giorni consecutivi, alla messa in Santa Marta, Papa Francesco ha parlato della corruzione, usando parole forti, ispirate dalle letture del giorno e in particolare dal libro dei Re con il profeta Elia che si scaglia contro il corrotto re Acab. “È un peccato – ha detto il Papa – che irrita e fa peccare il popolo”. Tre le categorie da lui citate: il corrotto politico, l'affarista e l'ecclesiastico. Le scritture stroncano con una condanna impietosa, di maledizione gli autori di azioni che “sfruttano gli innocenti, senza sporcarsi le mani”, i poveri, “perché sono i poveri che pagano la festa dei corrotti”. La via d'uscita indicata dal Papa è la richiesta di “perdono al Signore e la restituzione del maltolto” e la preghiera per la loro conversione. Il caso evangelico citato è quello di Zaccheo che dopo aver incontrato Gesù confessa: “Ho rubato, Signore. Darò quattro volte quello che ho rubato”.

Francesco ha parlato del male del giorno poco prima di incontrare i membri del Consiglio superiore superiore della magistratura (Csm) che ha invitato ad essere esempi d'integrità morale. I riferimenti del tutto casuali sembrano ispirati dal film “Guardie e Ladri” di Monicelli con Totò e Fabrizi. Cambiano situazioni e tono. Per Francesco la magistratura “è un settore vitale della convivenza sociale” che la pone in una posizione di particolare rilievo per rispondere con adeguatezza all'incarico, affidato dalla società, per mantenere “un'imparzialità sempre inconfutabile, per discernere con obiettività e prudenza”, basandosi unicamente “sulla giusta norma giuridica” e soprattutto “per rispondere alla voce di una indefettibile coscienza che si fonda sui valori fondamentali”. Fra le qualità di un giudice (intellettuali, psicologiche e morali) Francesco privilegia la “prudenza”, una virtù “per restare fermo”, “una virtù di governo, una virtù per portare avanti le cose, la virtù che inclina a ponderare con serenità le ragioni di diritto e di fatto che debbono stare alla base del giudizio”. Interpretando le aspettative dei cittadini e dell'Italia intera, il Papa ha dichiarato che la società italiana si aspetta molto dalla magistratura, specialmente nell'attuale contesto caratterizzato, tra l'altro, da un inaridimento del patrimonio valoriale e dall'evoluzione degli assetti democratici. A buon intenditore: “Sforzatevi – ha affermato – di essere sempre più un esempio di integra moralità, per l'intera società”.

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