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“Appoggiandosi sull’insegnamento dell’enciclica – ha ricordato monsignor Bressan – Depasperi faceva notare che la fratellanza tra gli uomini tutti, voluta da Cristo, non soltanto è il contrapposto ai violenti eccessi con i quali in quei giorni l’odio insanguinava il mondo, ma è il fondamento essenziale dell’umana società”.
E mentre si accendeva il conflitto, Degasperi – citato ancora da Bressan – precisava: “gli odi di razza sono portati al parossismo; più che da confini, i popoli sono divisi da rancori; in seno a una stessa nazione e fra le mura di una città le classi dei cittadini ardono di mutuo livore tra loro; i rapporti tra individui sono regolati dall’egoismo fatto legge suprema”.
L’arcivescovo di Trento ha ricordato infine un appello di pace lanciato da Degasperi ai giovani il 28 gennaio 1951: “Di fronte alla esaltazione della guerra (..) gli artigiani della pace sono coloro che vivono nella pace e, animati dallo spirito di Dio perché figli di Dio, diffondono la pace. Secondo i cristiani la pace non è semplicemente una non-guerra guerreggiata, ma è spirito di solidarietà umana, volontà di cooperazione internazionale, volontà di libera discussione e comprensione tra i popoli. Il nostro impegno per costruire la pace nasce dall’amore: cioè dal dovere della solidarietà e della fraternità tra noi e tra i popoli”.
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