Degasperi, Bressan; “Grande uomo di pace”

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Alcide Degasperi, uomo di pace. Attorno a questo tema si è sviluppata l’omelia dell’Arcivescovo Bressan nella messa celebrata ieri sera a Borgo Valsugana, a sesssant’anni dalla morte del grande statista trentino. Nel centenario della Grande Guerra monsignor Bressan ha citato quanto Degasperi scrisse sul suo giornale “Il Trentino” nel novembre 1914 circa l’enciclica di Papa Benedetto XV (Ad beatissimi Apostolorum principis), vissuta alla luce del Vangelo.

“Appoggiandosi sull’insegnamento dell’enciclica – ha ricordato monsignor Bressan – Depasperi faceva notare che la fratellanza tra gli uomini tutti, voluta da Cristo, non soltanto è il contrapposto ai violenti eccessi con i quali in quei giorni l’odio insanguinava il mondo, ma è il fondamento essenziale dell’umana società”.

E mentre si accendeva il conflitto, Degasperi – citato ancora da Bressan – precisava: “gli odi di razza sono portati al parossismo; più che da confini, i popoli sono divisi da rancori; in seno a una stessa nazione e fra le mura di una città le classi dei cittadini ardono di mutuo livore tra loro; i rapporti tra individui sono regolati dall’egoismo fatto legge suprema”.

L’arcivescovo di Trento ha ricordato infine un appello di pace lanciato da Degasperi ai giovani il 28 gennaio 1951: “Di fronte alla esaltazione della guerra (..) gli artigiani della pace sono coloro che vivono nella pace e, animati dallo spirito di Dio perché figli di Dio, diffondono la pace. Secondo i cristiani la pace non è semplicemente una non-guerra guerreggiata, ma è spirito di solidarietà umana, volontà di cooperazione internazionale, volontà di libera discussione e comprensione tra i popoli. Il nostro impegno per costruire la pace nasce dall’amore: cioè dal dovere della solidarietà e della fraternità tra noi e tra i popoli”.

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