Simone Morandini sul caso Daniza: la convivenza con i “compagni di creazione”

Il teologo Simone Morandini
Mentre continua la caccia all’orsa nei boschi della Val Rendena, gli animalisti hanno annunciato una nuova manifestazione a Pinzolo sabato 30 agosto.

Nel dibattito sul caso di Daniza, il quotidiano Avvenire ha intervistato il teologo Simone Morandini, membro del Gruppo “Responsabilità per il Creato” dell’Ufficio nazionale per il lavoro e i problemi sociali della Cei. “Tutelare spazi per gli animali selvatici è importante ma va fatto con sapienza e saggezza. Certi ambienti – spiega Morandini – hanno le loro regole, che bisogna conoscere e rispettare. Il nostro mondo ha strutture di vita vaste e differenziate. L’ambiente è un dono di Dio per tutti, l’uomo occupa senz’altro una posizione singolare e predominante ma non è suo compito esserne padrone. Gli altri viventi hanno un loro valore, instaurare un rapporto con essi implica sempre scelte complesse”.

La Terra è stata drasticamente trasformata, la presenza delle forme viventi non umane è cambiata nel corso dei secoli. Cercare di riportare certi ecosistemi alla loro originaria ricchezza non deve però tradursi, secondo Morandini, in un danno per gli uomini che da quelle zone traggono sostentamento: “Chi si fa carico delle operazioni di ripopolamento di certe specie deve anche saper tutelare le istanze della gente che popola il territorio. Serve un serio lavoro educativo e di mediazione culturale nei confronti della popolazione in modo che la convivenza con gli animali selvatici venga vissuta per quello che è. Un modo doveroso di condividere il Creato con tutte le creature. La riflessione teologica tedesca ha introdotto per gli altri viventi il concetto di ‘compagni della creazione’, una creazione di cui l’uomo – conclude Morandini – è l’amministratore”.

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