L’oratorio, “un bene prezioso lasciatoci dai nostri avi”

Sono passati settanta anni da quel 7 gennaio del 1945 quando 59 capifamiglia di Pressano sottoscrissero una dichiarazione solenne con la promessa di edificare, a guerra finita, un oratorio per la gioventù e la costruzione di una chiesetta in onore di San Giuseppe. La storia ci racconta che quel giorno il paese fu duramente colpito dalle bombe sganciate dagli aerei alleati per bloccare i rifornimenti all’esercito tedesco. I bombardamenti erano diventati all’ordine del giorno seminando paure e angosce tra i parrocchiani che nelle loro preghiere giornaliere invocavano la protezione della Beatissima Vergine del Santo Rosario e del suo sposo San Giuseppe.

Pur così lontano il ricordo di quei momenti è rimasto indelebile nella memoria collettiva della comunità di Pressano. Ma quel giorno del 1945 segna anche la rinascita di un paese che con spirito di volontà e desiderio di ricostruire ha messo in pratica l’impegno contenuto nella promessa solenne. Così nel luglio dello stesso anno venne posata la prima pietra dell’oratorio.

La scorsa domenica la festa della Vergine del Rosario, festeggiata con la processione accompagnata dal Coro Sociale di Pressano, ha visto i coscritti del ’96 portare la statua della Madonna proprio fino al piazzale dell’oratorio.  E’ il frutto di una scelta sentita e condivisa dai fedeli che con questa variazione hanno voluto rievocare quei tempi e tutti gli anni di lavoro, sacrifici ma soprattutto, la soddisfazione per la realizzazione del loro oratorio, da sempre anima della comunità e punto di riferimento per i giovani. “Anche a settant’anni di distanza – ha ricordato Don Vittorio Zanotelli durante l’omelia – è doveroso ricordare i nostri avi che con impegno e fatica hanno dato alla comunità un bene prezioso di valore sociale e cristiano”. Mattone su mattone l’oratorio ha preso forma e ha cominciato ad animarsi attraverso l’organizzazione di tante attività. La vita oratoriana cresce attraverso i valori della condivisione e nella relazione con gli altri. “E’ un laboratorio di talenti dove i giovani sono i protagonisti e i costruttori della comunità di domani”, ha ricordato Don Vittorio. Anche le associazioni locali hanno dato il loro prezioso contributo per la buona riuscita della festa di domenica. Il “gruppo del mercol” ha organizzato un mercatino di dolci e lavori fatti a mano mentre gli alpini hanno curato il rinfresco per tutti. Il ricavato delle offerte sarà destinato ai lavori di restauro per la chiesa parrocchiale San Felice da Nola e la chiesetta di Sant’Anna.

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