L’arte del mediatore

Del Concilio, don Grosselli ricorda due momenti forti legati alla figura di Paolo VI.

“Un folto gruppo di vescovi premeva perché venisse inserito nei documenti ufficiali il concetto di 'Chiesa dei poveri' ma anche di 'Chiesa povera'. Questo concetto creava un po' di panico tra i padri conciliari. Paolo VI convocò quel gruppo di vescovi, li supplicò di non dividere il Concilio, ormai alla sua conclusione, intimandoli di avere pazienza perché avrebbe scritto lui stesso un documento per riprendere questi temi. Scrisse la Popolorum Progressio, quell'enciclica coraggiosa che ci ha accompagnati durante gli anni caldi, '68-'69: non avevamo bisogno né di Marcuse né di Marx. Noi in tasca avevamo la Popolorum progressio”.

“Nel Concilio si voleva introdurre anche l'idea di Maria ‘Madre della Chiesa’, che manca nelle 70-80 invocazioni alla Madonna. È un concetto biblico: Maria è madre di Cristo, capo della Chiesa; è la sua prima maestra e catechista; a lei Cristo sulla croce affida gli apostoli. Ma non si arrivava al dunque: avevano paura che entrasse nella Chiesa il principio femminino? Anche su questo punto Paolo VI, verso la fine del Concilio, parlò ai vescovi: ho sentito questo desiderio e le difficoltà che ci sono, disse. Un capo saggio deve mediare, non spezzare. Così Paolo VI ancora una volta mediò. L'invocazione non entrò negli atti conciliari, ma rimase l'invito del Papa ad invocarla, d'ora innanzi, “con questo dolcissimo titolo".

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