“Non si escluda nessuno”

Alcuni aspetti controversi ora hanno tempo un anno per sedimentare. La relazione finale e il Messaggio dell'Assemblea]

Dopo l'approvazione da parte dell'Assemblea la Relazione finale del Sinodo straordinario sulla famiglia che ribadisce il valore del matrimonio come antidoto all'individualismo egoistico e insieme la necessità di accogliere le persone nella “loro esistenza concreta”, diventa strumento di riflessione in vista dell'assise dell'anno prossimo.

Il desiderio di famiglia resta vivo e motiva la Chiesa ad annunciare senza sosta il Vangelo del matrimonio dimostrando però “paternità”, “misericordia” e “accoglienza” nel premuroso accompagnamento, come ha ripetutamente raccomandato Papa Francesco, a favore delle coppie “ferite e smarrite”. Ci vorrà ancora un anno per arrivare a decisioni condivise sull'ammissione dei divorziati alla comunione.

“Approfondimento” è la parola chiave per quanto riguarda la comunione ai risposati, mentre per i gay si ribadisce l'insegnamento della Chiesa e cioè: nessuna discriminazione, “ma anche che non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, sia pur remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”.

Su 62 punti della 'Relatio Synodi', 59 sono stati approvati a maggioranza dei due terzi sabato 18 ottobre. Tre, che si riferiscono ai paragrafi relativi alla ammissione alla comunione dei divorziati risposati, all'accoglienza pastorale degli omosessuali e alla comunione spirituale (che concettualmente, in realtà, era alternativo alla comunione per i divorziati risposati), hanno raggiunto la maggioranza semplice dei voti, tuttavia con una formulazione diversa rispetto a quella della traccia introduttiva. Il Papa ha significativamente confermato il proprio ruolo di prudente e attento custode della fede, con due inattese iniziative: l'immediata pubblicazione della 'Relatio' (onde evitare cattive interpretazioni o gratuite illazioni, nonché fughe di notizie parziali) ed un discorso finale in cui ha ribadito che c'è un anno di tempo e di lavoro per “trovare le soluzioni” visto che suo dovere “è di trovare le pecorelle smarrite”.

Si è parlato pure della sfida posta dai promotori della teoria di 'gender' e delle pressioni di organismi internazionali che legano aiuti finanziari all'introduzione di normative ispirate a questa ideologia che va a privare di significato il concetto di famiglia, imponendo l'idea che alla base della famiglia ci sia la pulsione sessuale, anche quella omosessuale, teoria imposta da diversi Paesi con leggi. Ma anche l'Aula ha approvato un proprio Messaggio alle famiglie del mondo. C'è un appello alle istituzioni perché promuovano i diritti della famiglia, ribadendo nel contempo che “l'amore coniugale, unico, ed indissolubile, che persiste nonostante le tante difficoltà del limite umano, è uno dei miracoli più belli” ed anche “il più comune”.

Il documento, letto dal cardinale Gianfranco Ravasi, esalta al primo posto la fedeltà coniugale, messa a dura prova da individualismo, indebolimento della fede e frenesia quotidiana che possono provocare crisi matrimoniali affrontate senza pazienza, senza perdono, senza riconciliazione reciproca, senza sacrificio. Dai fallimenti matrimoniali – si evince dal documento – nascono “nuove relazioni, nuove coppie, nuove unioni e nuovi matrimoni, creando situazioni familiari complesse e problematiche per la scelta cristiana”. Altre sfide ricordate: figli disabili, malattie, vecchiaia, morte di una persona cara, difficoltà economiche causate da sistemi perversi, da quel “feticismo del denaro” che umilia la dignità della persona. Il pensiero del Sinodo va poi ai genitori disoccupati, alle famiglie povere, ai giovani esposti a mille tentazioni (droga e criminalità), alle famiglie profughe, perseguitate a causa della fede, colpite da guerre e oppressioni brutali, alle donne vittime della violenza e della tratta, ai minori “vittime di abusi persino da parte di coloro che dovevano custodirli”. Per questo il Messaggio lancia un appello “ai governi e alle organizzazioni internazionali” affinché promuovano “i diritti della famiglia per il bene comune”. “La Chiesa, casa sempre aperta nell'accoglienza – si legge ancora nel testo – non esclude nessuno”, sottolineando in ogni caso l'importanza della preghiera comune in famiglia, “piccola oasi dello spirito” e dell'educazione alla fede e alla santità, compito spesso esercitato “con affetto e dedizione” anche dai nonni.

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