Un colpo all’ictus

La malattia può essere combattuta efficacemente con gli strumenti della prevenzione e con il riconoscimento tempestivo dei sintomi

La Giornata mondiale dell’ictus cerebrale (29 ottobre), promossa in Italia dalla Federazione Alice Italia (che riunisce le Associazioni per la lotta all’ictus cerebrale) è stata dedicata quest’anno alle donne in quanto maggiormente colpite dalla malattia rispetto agli uomini. L’associazione Alice del Trentino ha promosso in piazza Fiera a Trento e in numerose farmacie della regione screening gratuiti della pressione arteriosa con un apparecchio che rileva anche l’eventuale presenza di fibrillazione atriale, un’anomalia del ritmo cardiaco che causa ben 3 ictus su 4.

L'ictus (parola latina che significa “colpo”) per il cervello equivale ad un infarto per il cuore: anche per il cervello una fitta rete di “tubature”, le arterie, fornisce a ogni parte il sangue necessario per il corretto funzionamento. Se questo flusso viene interrotto o se l'arteria si rompe, quella parte del cervello perde l'apporto di ossigeno ed energia e subisce un danno, talora molto grave: l'ictus rappresenta infatti la prima causa di invalidità e la terza causa di morte. Eppure due ictus su tre potrebbero essere evitati con stili di vita adeguati e prestando attenzione ad alcuni fattori di rischio. I volontari dell'associazione Alice lo hanno ricordato in piazza Fiera alle molte persone che ne hanno approfittato anche per un controllo della pressione arteriosa. L'informazione è infatti uno dei compiti primari dell’associazione, che è formata da persone colpite da ictus e da loro familiari, da medici di famiglia, neurologi, infermieri, personale socio-sanitario e volontari.

Considerato a torto una malattia incurabile e ineluttabile, l’ictus cerebrale può essere curato con farmaci specifici immediatamente dopo la comparsa dei sintomi (fatica a parlare, pronuncia di frasi sconnesse, un braccio o una gamba improvvisamente deboli, la bocca che si storce). In Trentino dal 2005 è operativa presso l’ospedale Santa Chiara l’Unità Urgenza Ictus (in inglese: Stroke Unit), dove sono trattati i pazienti colpiti (circa 800 casi l’anno). “Se il paziente arriva presto in ospedale, è possibile instaurare la terapia adeguata – spiega Marco Bonifati, presidente di Alice Trentino – e quattro volte su 10 il paziente recupera completamente il deficit neurologico, cosa impensabile fino a dieci anni fa”. La terapia è tanto più efficace quanto prima la persona colpita da ictus arriva in ospedale. “Se si ha il dubbio di essere in presenza di un ictus, non bisogna mai aspettare, occorre chiamare subito il 118”, raccomanda Bonifati.

Ma l’ictus è soprattutto una malattia che si può prevenire. “Controllando i fattori di rischio, che sono ben noti – fumo, sovrappeso, colesterolo, età, ereditarietà e storia familiare, ipertensione arteriosa -, si può fare dell’ottima prevenzione”, spiega Bonifati. “Il controllo della pressione arteriosa è importantissimo”, aggiunge. “La pressione arteriosa aumenta con l’età. Il controllo periodico riduce il rischio di ictus in tutti i pazienti ipertesi”. Se alcuni fattori di rischio non possono essere ridotti, su altri invece possiamo intervenire astenendoci dal fumo e dall’abuso di alcol, seguendo una dieta povera di sale e non troppo ricca di grassi, facendo una regolare attività fisica.

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