Una scoperta lunga quarant’anni

Il 9 novembre del 1974 nasceva ufficialmente il “Gruppo Grotte” della Sat di Lavis. Un gruppo molto affiatato di giovani appassionati della montagna ma anche della speleologia, formatosi all'unisono e con il beneplacito della Sat lavisana allora presieduta da Marco Dallabetta.

Tutti quanti amici inseparabili i primi fondatori, a partire dal primo presidente Camillo Nardelli (nome di battaglia il “Capo”) al segretario-cassiere Paolo Claus (detto Klotz), fino all'addetto materiali Lodovico Lenzi (el Giulio) e poi tutti gli altri: Paolo Terzan (Gigio), Franco Zadra, Marco Sartori (Brigitte), Marco Eccel, Gianvittorio Nardelli e Claudio Moscon.

Una grande famiglia di appassionati, che taglia quest'anno il traguardo degli otto fortunatissimi lustri di vita; quarant'anni impegnati e ricchi di avventure, imprese solidali e comunitarie, di scoperte naturalistiche importanti, sorprendenti e sicuramente sensazionali non solo a livello provinciale e regionale, ma anche nazionale ed europeo. Il tutto all'interno e all'esterno delle montagne più conosciute ed importanti, negli antri oscuri e fantasiosi carichi di sorprese e di misteri, nelle amiche grotte illuminate a stento dalle lampade a carburo e dalla vivissima luce della grande e coinvolgente passione speleo in tutti quanti i componenti.

Primo presidente della fondazione è stato Camillo Nardelli, seguito poi da Paolo Terzan e Enzo Marcon. Si sono alternati poi Walter Bronzetti, Paolo Chistè, Marco Sole, Paolo Claus, Alessandro Caldini, Giorgio Betti e Gianni Donini. Attualmente, in carica dal 2011, c'è Enzo Marcon detto “Cic”. Uno stuolo di presidentissimi che in tutti questi 40 anni hanno guidato sapientemente il timone degli speleologi lavisani, veri leader in testa ad una squadra compatta e vincente, su tutti i fronti.

Tanta, tantissima l'attività svolta dal quel lontano 1974 ad oggi. Basta rileggere nel libro dei ricordi e subito affiorano, ad esempio, tutti gli impegni e gli interventi umanitari svolti nel martoriato Friuli. E ancora, a Lavis, memorabile la pulizia del quadrante dell'orologio del campanile di S.Udalrico con gli speleo appesi alle corde e alle scalette di canapa, accompagnati anche dagli applausi della gente sottostante.

Interventi anche per la pulizia dei tetti pericolanti delle case sommerse dalle nevicate degli anni 80, poi le 7 Edizioni del Concorso, indimenticabile, della “Speleovignetta” a carattere nazionale; in Paganella nella grotta Battisti, ormai di casa per gli speleo lavisani, per ben otto giorni di permanenza lontani dal mondo. Quindi le importanti trasferte all'estero: dal 1979 al Marguareis abisso di Malaga (1.090 metri di profondità), sull'Isla Madre de Dios nella Patagonia cilena. E ancora a Cuba, in Polonia e anche in Messico, inesplorato e sorprendente . Altre spedizioni internazionali poi, non ultima quella di quest'estate con 7 speleo lavisani (4 erano giovani) che hanno effettuato l'attraversata della Pierre St.Martin, una grotta sui Pirenei piuttosto impegnativa, con 8 chilometri percorsi, 900 metri di dislivello e 16 ore di permanenza.

Infine, non sono da dimenticare i tre convegni regionali organizzati a Lavis, poi tante mostre, decine di lezioni e uscite sul territorio con scuole e sezioni giovanili satine. E l'avventura continua.

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