Cittadini responsabili, li forma la diocesi

Con una comunicazione del prof. Fabiano Longoni, direttore dell'Ufficio nazionale della Cei per i probblemi sociali e il lavoro, stretto collaboratore di mons. Giancarlo Bregantini, ha preso il via giovedì scorso il corso di formazione alla cittadinanza responsabile della Scuola diocesana per la politica, l'economia e il sociale. Nel suo benvenuto ad iscritti e docenti il vescovo Luigi Bressan ha ricordato l'importanza di fronteggiare e ridurre la sfiducia che investe molte persone sia per i problemi personali e familiari, che per quelli sociali, politici ed economici. “La fede – ha aggiunto – dà ancora coraggio e così la speranza diventa leva per un progresso”. Dal canto suo il responsabile del corso, don Rodolfo Pizzolli ha sottolineato la favorevole accoglienza del primo modulo del percorso formativo sul tema “politica e società” con 35 iscritti, mentre gode del consenso di molte persone il sistema rete della scuola teologica di formazione di base, radicata in Valle di Non, Ledro, Ala, Riva e Arco.

Prossimi appuntamenti sono annunciati per giovedì 6 novembre sulla vocazione sociale del cristiano con don Piero Rattin, il 13 sui valori universali della Costituzione, relatrice la prof. Cinzia Piciocchi, il 20 novembre sul tema delle dinamiche e i progetti politici per il bene comune, infine il 27 novembre sul bene comune nella riflessione della Chiesa con la prof. Chiara Curzel.

Il secondo modulo partirà il 15 gennaio sugli “stili di vita”. Le lezioni, aperte a tutti, si tengono presso il Seminario di Trento.

Sul ruolo del laicato cristiano, da considerare come l'insieme del “popolo di Dio”, ha insistito nella sua lezione don Longoni che ha citato i riferimenti nelle Carte costituzionali dei maggiori organismi internazionali (Onu e Ue), nonché nella Costituzione italiana, sui diritti universali dell'uomo in linea con la dottrina sociale della Chiesa e con i principi ispiratori del Vangelo. Ha poi insistito sul concetto di “popolo”, in contrapposizione a quello di “leader”, per lo sviluppo della “cultura dell'incontro” e quindi della vera laicità, che fa perno sulla testimonianza, con “la Chiesa dentro il popolo” ed un assunto fondamentale: “la dottrina sociale non è un ideologia, né una terza via”, in dissenso comunque con la “statolatria”, l'ideologia che tenta di rimuovere Dio dalla realtà sociale per imporre il proprio diktat, e ciò attraverso la cultura dell'incontro, la libertà di ricerca, il che significa anche compromesso inteso non come “cedimento”, ma “ricerca di unità per il meglio di tutti: ovvero per il bene comune”.

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