Risparmiati dalla Moravia

A Vigolo Vattaro si è rinnovato il rito perché nel 1918 i paesani non furono trasferiti come tanti altri profughi

Piazzetta Santa Paolina era gremita di fedeli in preghiera domenica scorsa a Vigolo Vattaro. La statua del Sacro Cuore di Gesù, portata dai vigili volontari, sostava per una pausa durante la tradizionale processione, “promessa” col voto che la popolazione ha fatto nel 1918 perché preservata dall’evacuazione in Moravia mentre per tutti gli altri paesi del vicinato (e del basso Tirolo) non c’è stato scampo. Nel 1915, con l’entrata in guerra dell’Italia, il Governo Austroungarico allo scopo di proteggere gli abitanti della zona di confine, dispose l'emigrazione forzata. Donne, bambini e uomini per lo più anziani (gli altri erano in guerra) hanno dovuto lasciare per due anni abbondanti le loro case ed essere trasferiti altrove. Solo gli abitanti di Vigolo Vattaro (distretto di Civezzano) rimasero a casa.

Ma potrebbe essere anche un altro il motivo del voto, come sembra indicare la testimonianza di una signora custodita in Biblioteca: “Noi di Vigolo eravamo anche destinati a partire perché qui a casa siamo rimasti quindici giorni con i fagotti su una cassetta, pronti per partire e invece è arrivato l’ordine di restare. Siamo stati fortunati perché solo Vigolo è stato “protetto”, ma non per far piacere ala gente. Io penso che sia stato per dare un aiuto alle truppe, perché altrimenti con tanta distanza, senza nessuna abitazione, avevano bisogno anche loro di tante cose come lavare la biancheria, ma anche scambiare qualche parola…insomma più un aiuto alle truppe che per favorire i Vigolani”. I militari presenti in paese non avendo altre occasioni di svago, usarono gli strumenti della banda riposti in una cassa depositata in Comune. E da lì nacque perfino una banda militare.

Le vere motivazioni della scelta, probabilmente, non le sapremo mai. Si sa per certo, invece, che nei preoccupanti momenti di attesa, fra fonogrammi e ordini, i vigolani hanno fatto il voto che, se fossero stati risparmiati, dall’evacuazione avrebbero acquistato una statua del Sacro Cuore con dedica annuale. Nel 1918 il Comune ha acquistato la statua che ha collocato in uno degli altari laterali della chiesa parrocchiale di San Giorgio e nel 1919, per la prima volta, è stata portata per le vie del paese, addobbato a festa.

Nel 1945, per non aver subito danni dai bombardamenti della seconda guerra e per aver limitato il numero di soldati caduti, gli abitanti concorsero alla donazioni di catenine, spille e fedi per dotare di corona la statua del Sacro Cuore. Nel mese di luglio di quell’anno, una grande processione sancì il rinnovo del voto di ringraziamento.

Domenica mattina, durante il rito favorito da una finestra di sole, il parroco don Giorgio Gabos trovandosi davanti alla casa natale di Santa Paolina, ha ricordato l’antica e profonda devozione di Vigolo Vattaro al Sacro Cuore di Gesù, visto che pure la santa del paese si era consacrata al Cuore Agonizzante di Gesù.

La processione è stata accompagnata dal Corpo bandistico San Giorgio seguito dai bambini della catechesi che nei piccoli cesti portavano frutta e verdura di stagione, destinata poi, assieme a quella esposta sotto l’altare dai contadini, alle mense cittadine dei poveri.

Nella domenica del duplice Ringraziamento per Vigolo Vattaro, don Giorgio, affiancato da don Claudio Bazzetta, in apertura ha benedetto i mezzi dei vigili del fuoco e poi, all’omelia della solenne Eucaristia accompagnata dal coro parrocchiale si è soffermato sul Vangelo, sul raccolto dell’annata e sul voto al Sacro Cuore. “Per tutti noi – si è pregato – ricordiamo con riconoscenza il voto al Sacro Cuore, elevato dai nostri antenati, quasi 100 anni fa, all’inizio della tragica prima guerra mondiale, che lasciò lutti, distruzione e povertà anche nei nostri paesi. Preghiamo”.

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