Un’altra accoglienza è possibile?

Per l’ospitalità invernale notturna dei senza dimora 153 posti letto tra Trento e Rovereto. Assegnati grazie a uno sportello unico

Basta alle frustranti attese in coda, al freddo, all'entrata dei dormitori cittadini. E basta al poco dignitoso peregrinare di struttura in struttura, per sentirsi dire: “Non c'è posto, prova altrove”. Dal 17 novembre, quella che un tempo era la sede della Caritas in via Endrici, 27 a Trento ospita lo sportello unico di accesso dell'accoglienza notturna delle persone senza dimora, aperto 5 giorni su 7. Ad attivarlo, la Provincia autonoma d'intesa con il Comune di Trento. La gestione è affidata alle associazioni del privato-sociale che si occupano delle persone senza dimora. L'obiettivo, spiegano l’assessora comunale alle politiche sociali, Maria Chiara Franzoia, e l’assessora provinciale alla salute e solidarietà sociale, Donata Borgonovo Re, non è solo quello di garantire più omogeneità nell'assegnazione dei posti, ma anche di offrire un servizio di ascolto che consenta di dare una risposta più dignitosa ai bisogni delle persone senza dimora.

Lo sportello è la novità più importante di quest'anno, dice Mariachiara Franzoia: “Eviterà le lunghe, disumane attese al freddo”. Le persone bisognose di un posto per la notte potranno recarsi tra le 14.30 e le 16.30 allo sportello in via Endrici a Trento. A valutare le richieste di accoglienza per la notte è una piccola equipe composta da tre operatori assegnati dalle associazioni e due operatori – uno della Provincia e uno del Comune – con compiti di coordinamento -, più alcuni volontari, affiancati dai cosiddetti “Hope” (Homeless peer), persone senza dimora che si mettono a disposizione dei servizi “dando un contributo importante al sistema dell'accoglienza”, così come già accade ad esempio nella Biblioteca comunale di Trento.

La priorità nell'assegnazione dei posti letto sarà data alle situazioni segnalate dal servizio sociale territoriale e dall'unità di strada, dalle forze dell'ordine e di pronto soccorso, ma peserà anche la valutazione professionale dell'equipe dello sportello.

I posti letto disponibili sono 153 in totale: 109 a Trento e 44 a Rovereto; 38 in più rispetto a quelli offerti lungo tutto l’arco dell’anno. Le strutture per l’accoglienza sono quelle della Fondazione Comunità Solidale (la “Bonomelli” e il prefabbricato “Presa” a Trento e “Il Portico” a Rovereto), della cooperativa Punto d'Incontro al Belvedere di Ravina, dell'Acisjf (“Casa della giovane” a Trento), della cooperativa Punto d’approdo (a Rovereto). In caso di necessità, la Fondazione Comunità Solidale e Villa Sant'Ignazio metteranno a disposizione dei posti all'interno delle strutture da loro gestite (“Casa Briamasco”, “Il Sentiero” e “Casa Orlando” a Trento). Tra i 153 posti, otto sono presso alloggi messi a disposizioni dalle parrocchie.

Il nuovo sistema di accoglienza, spiega Donata Borgonovo Re, è stato messo a punto anche studiando l'esperienza fatta in altre città, come Bolzano e Verona. Gli operatori allo sportello non si limiteranno a compilare un elenco di nomi. “Lo sportello aiuterà a capire quali percorsi le persone senza dimora potranno intraprendere, laddove possibile, per uscire dalla condizione di marginalità nella quale si trovano”, precisa Donata Borgonovo Re. Perché “l’ottica del servizio – aggiunge Mariachiara Franzoia – è quella di inserire le persone in un progetto che deve avere come esito l'uscita dalla condizione di fragilità e di emarginazione”.

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