Micro-aree, legge inattuata

“Anche se l'accoglienza sul territorio trentino è buona, ci sono ancora troppi episodi di discriminazione”

"La legge provinciale n.12 del 2009 relativa alle micro-aree è stata approvata ormai cinque anni fa, ma non ha ancora avuto regolamento attuativo né copertura finanziaria. È necessario che la Provincia sia soggetto attivo nel processo di accompagnamento e di integrazione sociale dei 600 sinti e rom presenti sul territorio creando opportunità di inserimento lavorativo e soprattutto rendendo applicabile la normativa, finora rimasta solo sulla carta".

È stato l'auspicio di Gian Luca Magagni, presidente della sezione volontari dell'Associazione Italiana Zingari Oggi (Aizo), a fare da filo conduttore alle testimonianze susseguitesi nel corso del convegno "Sinti e rom: incontro con la città", svoltosi a Palazzo Geremia giovedì 27 novembre su iniziativa dei consiglieri comunali Lucia Coppola (Verdi) e Giuliano Pantano (Rifondazione Comunista). Un'occasione di dialogo tra la cittadinanza e la popolazione nomade che gli stessi sinti e rom hanno voluto per raccontarsi ed esprimere pubblicamente la richiesta di un cambiamento che permetta di superare pregiudizi radicati e un'immagine distorta sul loro popolo, qual è quella veicolata nelle ultime settimane dai mezzi di comunicazione a livello nazionale.

A Trento nel campo nomadi di Ravina vivono 17 famiglie, circa una settantina di persone, mentre un centinaio sono i nomadi che si spostano tra Trento, Rovereto e Tione e 190 quelli che vivono in appartamento. Sono 73 i bambini iscritti alle scuole dell'obbligo e i dati a disposizione indicano che la dispersione scolastica è minima.

"Vogliamo migliorare la nostra vita, avere condizioni abitative dignitose, un lavoro che ci permetta di mantenerci, mandare a scuola i nostri figli, ma anche se l'accoglienza sul territorio trentino è buona, ci sono ancora troppi episodi di discriminazione. Io stesso, dopo aver ottenuto la possibilità di andare a vivere in un appartamento assegnato a me e a mia moglie in base alla graduatoria, sono tornato al campo nomadi: i vicini di casa, ancor prima di conoscerci, stavano già preparando una raccolta firme per mandarci via", ha raccontato Manuel Innocenti, sinto di Rovereto, membro dell'Associazione New Sinti Project e musicista dei Vagane Sinti che nel corso dell'incontro hanno allietato il pubblico presente in sala.

Particolarmente coinvolgente l'intervento di Rebecca Covaciu, ragazza rom di 18 anni che nel 2008 ha vinto il premio Arte e Intercultura Unicef ed è pittrice e autrice di "L'arcobaleno di Rebecca. Taccuino di viaggio di una ragazza rom" (UR Edizioni, 2012). "Tutti i bambini sinti e rom devono andare a scuola, è un loro diritto. Io sono stata fortunata perché dopo aver viaggiato in molti paesi sono arrivata in Italia e a 13 anni ho imparato a leggere e scrivere, poi mi sono iscritta al Liceo Artistico Boccioni di Milano. Attraverso l'arte, la musica e l'incontro di oggi vogliamo farvi capire che desideriamo integrarci e che è bello conoscersi e condividere la ricchezza di culture e tradizioni diverse".

L'istruzione è necessaria per avere un futuro migliore e trovare un lavoro, hanno ribadito anche Radames Gabrielli, presidente dell'associazione Nevo Drom di Bolzano e mediatore interculturale europeo, Mirko Gabrielli, sinto di Trento, e Baskim Berisha, rom del Kosovo, presidente dell'Associazione Rom stanziali del Trentino.

Una pluralità di voci che tende la mano alla città con il desiderio di essere protagonista del cambiamento culturale e dell'integrazione sociale senza aspettare l'intervento delle istituzioni. Tuttavia Coppola ha ricordato che il percorso di mediazione culturale affidato alla cooperativa Kaleidoscopio si concluderà alla fine dell'anno, sollecitando un intervento del Comune e della Provincia affinché la convenzione venga rinnovata.

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