Tribunale Internazionale per i Diritti della Natura

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Il Tribunale Internazionale per i Diritti della Natura in difesa della Madre Terra si è riunito oggi a Lima, con la presentazione, a quanti erano interessati, di numerosi ospiti per discutere di cambiamenti climatici, foreste, minerali, industrie del petrolio e molto altro.Il Diritto della Natura è un riconoscimento che fa sì che si rispettino i diritti di foreste, oceani, montagne e animali, è un luogo che considera la natura come una priorità, riconoscendone il diritto di vivere, esistere, persistere e rigenerarsi all’interno dei suoi cicli di vita.Attualmente la natura è minacciata da diversi fattori, principalmente dall’industria petrolifera e del gas, con le pratiche di estrazione come il “fracking”. Il perseguimento del potere economico e della ricchezza rende incontrollato lo sfruttamento e l’estrazione dei minerali e innesca numerosi danni nella vita delle persone, soprattutto nelle comunità tradizionali e indigene. La perforazione del suolo provoca infatti la contaminazione della terra e dei fiumi tramite metano e altre sostanze tossiche, uccidendo diverse specie di animali e impedendo alle persone la pesca, la caccia e il mantenimento del loro tradizionale stile di vita.Shannon Biggs, Direttore del Movement Rights, il Movimento dei Diritti, ha parlato dell’impossibilità delle estrazioni in modo sicuro. “Viviamo tutti a valle di queste attività” ha affermato con preoccupazione.  Ha poi sottolineato che il Tribunale attualmente è tenuto nell’ombra perché alcuni temono che una scintilla possa accendere un fuoco. Casey Campo-Hornieck, dal Ponca Trippa in Oklahoma, ha poi preso la parola, facendo cadere il silenzio nell’aula. “Cosa succede quando la terra trema?” chiede. “Vi dirò io cosa succede: noi moriamo. E’così semplice. Noi moriamo”. “Il veleno proveniente dalle perforazioni non arriva a voi” ha continuato “Ma porta noi alla morte. Aiutateci. Il modo più semplice per aiutarci è quello di dire NO. Dire di no alla distruzione”. Aggiunge poi che è l’umanità stessa a essere in via di estinzione e che prega perché questo non succeda.Nimmo Bassey, Oilwatch International, ha poi portato una testimonianza sugli effetti devastanti delle fuoriuscite di petrolio in Nigeria e in tutta l’Africa. Ha condiviso storie di pescatori andati al fiume e tornati coperti d’olio. Ha parlato del grande assalto alla Madre Terra e alle persone che vivono in Africa. Spiega: “se il mondo subirà un aumento di temperatura di 3 gradi, l’Africa avrà un aumento della temperatura di 6 gradi.” Anche lo stress idrico è un’enorme preoccupazione, soprattutto in Africa, con il rischio di mettere a repentaglio la pace. “L’acqua è vita” ha dichiarato Bassey. Si prevede che in Africa i cambiamenti in atto causeranno un aumento della violenza, stimando che vi saranno il 54% di guerre civili in più entro il 2030. Bassey ha concluso la sua testimonianza dichiarando che la soluzione è in realtà molto semplice: “Lasciare il petrolio nel suolo, lasciare il carbone nei giacimenti e la sabbia nella terra.”I diritti di Madre Natura sono costantemente violati e il Tribunale continua a raccogliere storie di dolore e condividere la perdita, la paura e la rabbia delle persone coinvolte. Pablo Solon, direttore esecutivo del Focus on the Global South, dalla Bolivia ha concluso che, mentre stiamo vincendo diverse battaglie, stiamo perdendo la guerra globale. L’incontro ha lasciato un peso sul cuore di tutti e la mente dei partecipanti è rimasta a questo Tribunale e a questo incontro, riconoscendo quanto ampiamente la Terra stia soffrendo.Reynaldo GosmãoMarina Flevotomas
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