La vita in musica

“La musica cristiana può essere un ottimo strumento di evangelizzazione per la gente, un nuovo modo di comunicare la parola del Signore”

Bolzano – È stato presentato martedì scorso ed è distribuito in questo fine settimana col settimanale diocesano Il Segno il nuovo cd “Perché il mondo creda” di Stefano Mascheroni, a cui hanno partecipato diversi volti noti della musica cristiana contemporanea.

Alla conferenza stampa di presentazione, accanto al musicista altoatesino, il vescovo Ivo Muser, il vicario generale Michele Tomasi e Irene Argentiero, direttrice responsabile del Segno, testata che nel 2015 compirà cinquant’anni.

Stefano, quali sono i contenuti del tuo nuovo cd?

Sono cresciuto nel mondo cattolico. È stato fonte di impegno personale a favore della collettività, ma anche fonte di maturazione ed ispirazione per la mia vita artistica ed umana.

Il Cd ed i contenuti che ho voluto trasferire all’interno rappresentano il mio sentire verso la vita che c’è intorno e vogliono testimoniare l’importanza dei sentimenti cristiani negli istanti di tutti i giorni.

Chi ha collaborato alla sua realizzazione?

Per realizzare un Cd ci vogliono molte professionalità: dall’arrangiatore e produttore esecutivo (Lorenzo Scrinzi), ai fonici (Carmelo Giacchino e Fabio Sforza, No Logo studio), al tecnico mastering (Alex Balzamà, Swift Studio Londra), ai musicisti, coristi, al produttore del Cd e a chi si occupa degli adempimenti burocratici ed amministrativi. Questo Cd non si sarebbe potuto realizzare senza il sostegno degli sponsor Banca di Trento e Bolzano, Longo Tipografia, Assicurazioni Cattolica, Torggler e Mercati Generali Bolzano.

A “Perché il mondo creda” partecipano tre big della musica cristiana italiana ed internazionale: Giuseppe Cionfoli, Roberto Bignoli e don Giosy Cento. Tre grandi artisti e tre grandi persone che hanno dato e danno un apporto notevole al processo di evangelizzazione attraverso la musica.

Che cosa distingue, secondo te, la “musica cristiana” dalla musica in generale?

L’altra sera ero a Padova con Roberto Bignoli e parlavamo proprio di questo. La musica cristiana si differenzia dalla musica in generale per i testi, che a differenza di quelli “convenzionali” contengono messaggi cristiani e portano l’ascoltatore a riflettere in tal senso. Negli incontri per il Sinodo anche da noi in Alto Adige si è parlato di “nuove forme di comunicazione” e non v’è dubbio che la musica cristiana può essere un ottimo strumento di evangelizzazione per la gente, un nuovo modo di comunicare la parola del Signore.

Il tuo rapporto con la musica dura da molti anni. Qual è stato, in questo rapporto, il momento più significativo?

Suono, canto e compongo da ormai trent’anni e sinceramente non saprei come fare senza musica: mi ha aiutato a superare momenti anche difficili e mi ha permesso di incanalare sofferenze e dolori in una canzone liberandomi dal peso sulle spalle. La musica mi ha dato, mi dà e mi darà ancora tanto.

Il momento più significativo è stato certamente quando ho cantato a Trento davanti a papa Giovanni Paolo II in occasione del cinquecentenario del Concilio tridentino: piazza Fiera gremita di migliaia e migliaia di giovani… fantastico ed indimenticabile. In quell’occasione feci due canzoni che sono contenute anche in questo nuovo Cd: “Perché il mondo creda” e “Radicati in Cristo”. A supportarmi ci fu un gruppo di musicisti trentini.

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