Gli studenti del “Vittoria” colorano il capitello di Terlago

L’edicola votiva di Terlago, abbellita dalle formelle dei quattro santi
Aveva valore non soltanto quale luogo sacro, ma come vero e proprio punto d’incontro, posto pubblico d’adorazione divina, stazione sempre aperta, esposta notte e giorno ai devoti cristiani che esprimevano i sentimenti, le intenzioni, le speranze e la nobiltà del popolo.

Nello spazio antistante l’ingresso principale di Villa Cesarini Sforza alle porte di Terlago, dimora dei conti Graziadei nella prima metà del XVII secolo, all’interno di un’aiuola, si trova un’antica edicola votiva quadrangolare. Le sue quattro nicchie lapidee a profilo rettangolare sono state impreziosite in questi giorni da altrettante formelle colorate in rame smaltato realizzate ex novo dagli studenti dell’Istituto delle Arti “Alessandro Vittoria” di Trento su commissione del comune di Terlago.

Al progetto avevano preso parte, nel secondo quadrimestre dello scorso anno scolastico, le classi quarte e quinte D, sotto la supervisione della docente di laboratorio smalti Lorenza Sebastiani. Alla tecnica pittorica dell’affresco, considerato anche l’inevitabile maggiore esborso finanziario, l’amministrazione guidata da Giovanni Nicolussi ha preferito quella dello smalto a fuoco prelevando dalle casse pubbliche la somma di 5 mila euro.

Le fasi di lavoro sono consistite in uno studio iconografico, una minuziosa ricerca ambientale e approfondimenti sui contenuti storico-artistici intorno al “capitel” attraverso i quali abbozzare disegni a mano che verranno esposti prossimamente in concomitanza con l’apertura al pubblico dell’appena restaurata chiesetta di San Pantaleone alla periferia del paese.

Le formelle, protette da grate in ferro battuto lucchettate e montate attenendosi alle disposizione della Soprintendenza per i beni architettonici, raffigurano i quattro numi tutelari di Terlago: San Pantaleone, S.Anna, San Filippo Neri, S.Andrea Apostolo al quale è dedicata la parrocchiale consacrata nel 1852 e conosciuta in passato per la devozione alla Madonna della Grazie perché di forte richiamo ai pellegrini trentini fino al tramonto del Settecento, alla stregua di un santuario diocesano.

Una curiosità: nella chiesetta di S.Anna, una cappella sconsacrata di quasi ottocento anni, fino ai primi del Novecento si impartiva la benedizione alle neo mamme quaranta giorni dopo il parto.

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