Innalzamento del lago di Caldonazzo: accertate le cause degli eventi calamitosi

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Si è definitivamente concluso con il deposito della relazione peritale finale il giudizio di accertamento tecnico preventivo promosso nei confronti della Provincia Autonoma di Trento per far accertare le cause degli anomali innalzamenti dei livelli del Lago di Caldonazzo che negli ultimi quindici anni hanno causato ingentissimi danni agli operatori turistici rivieraschi.

Nel documento di oltre 150 pagine del collegio dei periti nominati i riflettori sono puntati sulla carente manutenzione del Brenta, emissario del lago di Caldonazzo. Per lunghe annate – evidenzia la relazione – risultano addirittura assenti interventi di manutenzione di qualunque tipo: assenza di “dragaggi del fondo dell’alveo e dei tratti di curva per eliminare gli eventuali depositi alluvionali”, né opere sistematiche dirette al periodico taglio della vegetazione («palustre ed infestante»), la cui presenza in prossimità dell’incile (ovvero dell’inizio) del Brenta ostacola il flusso della corrente, riducendone la portata.

Inoltre durante gli ultimi lavori di sistemazione dell’alveo del fiume Brenta non sarebbe  stata del tutto rimossa la pista di cantiere, e la cosa ha comportato – secondo le simulazioni degli esperti – un ritardo di ben 100 giorni nell’abbassamento del livello dell’acqua del lago al di sotto della piena ordinaria. In più, il by-pass provvisorio, costituito da un sistema di idrovore, risulta essere stato posizionato in maniera non corretta, con conseguente capacità di scarico molto inferiore a quanto indicato dalla Provincia (2 m3/s). 

L’accertamento ottenuto nel procedimento giudiziale, che ha individuato precise responsabilità per gli eventi dannosi, apre la strada alle azioni di risarcimento dei danni subiti dagli operatori turistici interessati. 

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