L’abbraccio fra Chiese

Passi di riconciliazione nella Messa celebrata nella parrocchia di San Carlo Borromeo, con don Lino Zatelli e la pastora Lidia Maggi]

[“L'obiettivo: la comunione nelle diversità. Noi cristiani possiamo annunciarlo al mondo”

Le mani, piccole e delicate di bimbi, ragazzi, adolescenti, strette con quelle di giovani coppie, di adulti e di anziani tanto da formare una lunga catena dal presbiterio alle navate, centrale e laterali, hanno rappresentato forse il momento più emozionante nella chiesa San Carlo Borromeo, in zona Clarina a Trento Sud, sabato 30 maggio, dove con la Messa si è concluso un programma ecumenico sulla Bibbia che ha preso il via nel novembre scorso: una riscoperta delle Beatitudini guidata dalla teologa e pastora battista Lidia Maggi, che in 7 incontri ha offerto una lettura sul ruolo della donna nelle Scritture, soffermandosi in particolare sulla figura di Maria.

Sabato scorso la pastora, in servizio a Varese, ha presenziato al rito liturgico svolgendo in alcune fasi il ruolo di concelebrante a fianco di don Lino Zatelli; il parroco di San Carlo ha espresso la sua grande emozione per questo evento straordinario condiviso dalla folla dei presenti, che hanno più volte salutato con applausi il clima di comunione creatosi fra Chiese per troppo tempo separate e “nemiche”. La catena umana fra le mura del tempio sacro si è creata, uscendo dall'uniformità della massa delle persone presenti, al momento della recita del “Padre nostro”, quando Lidia Maggi è salita dalla prima fila dei banchi in cui aveva trovato posto dopo l'omelia e la preghiera dei fedeli, per unirsi a don Lino e ai chierichetti con quella stretta delle mani, idealmente creata quasi per unire il mondo intero.

E con un abbraccio fra la pastora battista e il pastore cattolico era incominciata la Messa. Un appuntamento maturato nei mesi di incontri della comunità con la teologa, di cui si era cominciato a conoscere ed apprezzare la preparazione esegetica, la dedizione all'interno della sua comunità e l'impegno per l'unità fra le Chiese. Accanto alla straordinarietà della compartecipazione di Lidia Maggi al rito della Messa, epicentro di una comunità, non in veste di “osservatrice” ma di “concelebrante”, alla stregua dell'intera assemblea dei fedeli, il parroco ha evidenziato i molti problemi sui quali la Chiesa si sta interrogando circa il ruolo della donna, il celibato del clero, la funzione concreta del “popolo di Dio” nella vita della Chiesa. Con riferimento alla liturgia della Messa don Lino ha esaltato il ruolo regale, profetico e sacerdotale dei presenti, sancito dal Concilio Vaticano II.

Temi di stretta attualità, tanto da essere in quelle stesse ore al centro di un Convegno internazionale a Roma, promosso dall'Osservatore Romano, sulla Chiesa di fronte alla condizione delle donne oggi, annunciato con “speranza di cambiamento”. Unanime la denuncia da parte delle numerose relatrici della “dolorosa subordinazione” a cui vengono costrette le donne in gran parte del pianeta in ragione di una cultura che “vuole l'uomo capo e padrone” – è stato detto – producendo “gravi distorsioni anche in seno alla Chiesa, generando problemi legati sia al carisma che alle vocazioni religiose”. Più attuale che mai è risultata la citazione del monito di Papa Francesco sul servizio delle donne alla Chiesa, un servizio che “non deve mai diventare servitù”. Ma non è neppure un'esclusiva rivendicazione delle anglicane del movimento ”Women in the Church”, con la recente richiesta di riscrivere le preghiere in quanto “Dio è anche donna”. Papa Francesco, ma già Giovanni Paolo II, si sono pronunciati sulla questione femminile affermando che “la Chiesa è donna e madre”. Concetti di cui non si parla più esclusivamente ad alti livelli, ma che, come è emerso in San Carlo, hanno fatto breccia nelle comunità di base. Maggi è entrata nel merito delle questioni ecumeniche, affermando nella sua comunicazione in sostituzione dell'omelia, nel giorno della santissima Trinità, che “lo Spirito che ha soffiato nelle Chiese a Pentecoste ha soffiato in modo specifico negli ultimi decenni donandoci il frutto più gustoso dello Spirito: l'ecumenismo”, che “mira a superare la situazione di Chiese in conflitto operando gesti di riconciliazione ed invocando l'unità della fede”. Le Chiese, per Maggi, hanno imparato a parlarsi ed ascoltarsi compiendo passi in avanti lungo la via del dialogo e del reciproco riconoscimento. I fratelli separati si sono scoperti fratelli ritrovati, in cammino verso l'unità dove le differenze vengono riconosciute e accolte e non demonizzate. “L'obiettivo è, dunque, quello di una comunione nella diversità”, ha dichiarato. “I fratelli si scomunicavano e litigavano per quell'eredità ricevuta dal Padre… eppure ora andiamo verso l'altro nella sequela dello stesso Signore Gesù Cristo. Abbiamo fatto passi di riconciliazione. Se ciò è accaduto tra noi cristiani può accadere anche nel mondo. Noi, i separati ora siamo riconciliati e lo annunciamo a voi”. Il calore delle strette di mano alla fine della Messa e dei saluti che si sono protratti a lungo fra la gente, la pastora e il parroco hanno confermato il tratto di cammino fatto “insieme” in questi mesi di confronto, di dialogo e di riconciliazione.

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