Difendere la terra, promuovere la pace

Custodire il creato è una questione di giustizia: occorre battersi a fianco degli ultimi contro l’iniqua spartizione dei beni della terra

“Solidarietà è una parola che non sempre piace”, diceva Papa Francesco il 28 ottobre scorso all'incontro con i Movimenti popolari, “direi che alcune volte l’abbiamo trasformata in una cattiva parola, ma una parola è molto più di alcuni atti di generosità sporadici. È pensare e agire in termini di comunità, di priorità della vita di tutti sull’appropriazione dei beni da parte di alcuni. È anche lottare contro le cause strutturali della povertà, la disuguaglianza, la mancanza di lavoro, la terra e la casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi. È far fronte agli effetti distruttori dell’Impero del denaro: i dislocamenti forzati, le emigrazioni dolorose, la tratta di persone, la droga, la guerra, la violenza e tutte quelle realtà che molti di voi subiscono e che tutti siamo chiamati a trasformare”.

I poveri cercano terra, casa e lavoro: “È strano, ma se parlo di questo per alcuni il Papa è comunista. Non si comprende che l’amore per i poveri è al centro del Vangelo”.

Ma la terra non è ancora per tutti: “L’accaparramento di terre, la deforestazione, l’appropriazione dell’acqua, i pesticidi inadeguati, sono alcuni dei mali che strappano l’uomo dalla sua terra natale”. E purtroppo neppure il cibo (“Quando la speculazione finanziaria condiziona il prezzo degli alimenti trattandoli come una merce qualsiasi, milioni di persone soffrono e muoiono di fame”) o la casa: “Città che offrono innumerevoli piaceri e benessere per una minoranza felice ma si nega una casa a migliaia di nostri vicini e fratelli, persino bambini, e li si chiama, elegantemente, ‘persone senza fissa dimora’” o il lavoro (“Non esiste peggiore povertà materiale di quella che non permette di guadagnarsi il pane e priva della dignità del lavoro”).

Ma “non ci può essere terra, non ci può essere casa, non ci può essere lavoro se non abbiamo la pace e se distruggiamo il pianeta”. Tutti i popoli della terra, tutti gli uomini e le donne di buona volontà dovrebbero “alzare la voce in difesa di questi due preziosi doni: la pace e la natura. La sorella madre terra, come la chiamava san Francesco d’Assisi”.

“Si rende necessaria un’evangelizzazione che illumini i nuovi modi di relazionarsi con Dio, con gli altri e con l’ambiente” (Evangelii Gaudium 74).

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