“Iraq e Siria, il mondo apra gli occhi”

L’impegno della Caritas e della Cei per sostenere le comunità cristiane nella regione

“Sembra che il mondo abbia avuto un sussulto di coscienza e abbia aperto gli occhi, rendendosi conto della presenza millenaria dei cristiani nel Medio Oriente. Si sono moltiplicate iniziative di sensibilizzazione e di aiuto per loro e per tutti gli altri innocenti ingiustamente colpiti dalla violenza”. Incontrando lo scorso 15 giugno nella Sala Clementina in Vaticano i partecipanti alla Riunione delle Opere per l‘Aiuto alle Chiese Orientali (Roaco), Papa Francesco ha ricordato le tragiche condizioni di vita in cui versano gli sfollati della Piana di Ninive e quelli siriani, incontrati dalla Roaco in un recente viaggio in Iraq. Denunciando, per l'ennesima volta, “i trafficanti di morte che agiscono in quelle terre”, il Papa ha invitato a compiere ogni sforzo “per eliminare quelli che appaiono come taciti accordi per i quali la vita di migliaia e migliaia di famiglie – donne, uomini, bambini, anziani – sulla bilancia degli interessi sembra pesare meno del petrolio e delle armi”.

Per sostenere le comunità cristiane nella regione, prosegue la campagna di gemellaggi lanciata dalla Conferenza Episcopale Italiana (Cei) e dalla Caritas italiana, che ha consentito finora di dare assistenza a migliaia di famiglie di profughi ospitate nei campi di Erbil, nel Kurdistan iracheno.

In seguito alle nuove richieste di aiuto di mons. Bashar Warda, arcivescovo caldeo di Erbil, la Presidenza della Cei ha messo a disposizione 1 milione e 237 dollari dai fondi dell’8xmille per sostenere tre progetti che a Erbil andranno a beneficio di 13 mila famiglie: alloggi per gli sfollati dalla pianura di Ninive, quattro pozzi per i rifugiati di Mosul e Ninive, la costruzione di una scuola per i rifugiati. La Caritas, con un impegno di 975 mila dollari, provvederà ad assicurare il cibo per il mese di agosto alle 13 mila famiglie sfollate. In particolare sono quattro le località raggiunte: Ganjan City, Darwazay Hawler, Ozal City e Ankawa. “Dover ancora provvedere all'acquisto di viveri dopo quasi un anno dall'inizio delle violenze dell'Isis mostra come il dramma degli oltre 120.000 cristiani che sono fuggiti da Mosul e dalla vicina Piana di Ninive sia ancora ben lontano dal trovare soluzioni”, evidenzia Caritas Italiana in un comunicato stampa.

“C'è una frase che, da quando qualche mese fa in Iraq le famiglie dei profughi me l'hanno detta, non ho potuto più dimenticare – commenta il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino -: 'Siamo perseguitati, fate in modo che non siamo abbandonati'. E' l'impegno che come Chiesa italiana abbiamo prontamente fatto nostro, traducendolo sia in iniziative di preghiera che di solidarietà”.

I nuovi progetti di Caritas Italiana si aggiungono alle proposte concrete rivolte alle famiglie, alle parrocchie e alle diocesi. La prima – denominata “Progetto Famiglia” – riguarda la realizzazione di gemellaggi con famiglie di profughi. Ci si può impegnare per un mese (140 euro), per un trimestre (420 euro), per un semestre (840 euro) o per un anno (1.680 euro), assicurando aiuti di prima necessità per una famiglia di 5 persone. La seconda – “Progetto Casa” – riguarda l’acquisto di 150 container per l’alloggio di altrettante famiglie. In questo caso, il costo è di 3.140 euro per unità. La terza iniziativa – “Progetto Scuola” – riguarda l’acquisto di sei autobus per il trasporto dei bambini in otto scuole a Erbil e a Dahuk: ogni pullman costa 40.720 euro.

Per informazioni su come sostenere i progetti con una donazione si può visitare il sito di Caritas italiana: www.caritasitaliana.it.

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