Dacci oggi la nostra acqua quotidiana

“L’accaparramento di terre, la deforestazione, l’appropriazione dell’acqua, i pesticidi inadeguati, sono alcuni dei mali che strappano l’uomo dalla sua terra natale. Una dolorosa separazione non è solo fisica ma anche esistenziale e spirituale”, aveva detto Papa Francesco il 28 ottobre scorso al Primo Incontro dei Movimenti Popolari tenutosi in Vaticano e l'ha ripetuto nel Messaggio per l'Incontro con le comunità colpite dalle attività minerarie conclusosi domenica. Ed ora Elvira Corona, una delle promotrici del Primo Incontro Movimenti, come del secondo che si è svolto a Santa Cruz, in Bolivia alla presenza del Papa, pubblica il racconto una storia di «liberazione» popolare, presentata a Bergoglio come paradigma della situazione.

Di origine sarda con un master in Economia no profit e cooperazione allo sviluppo, l'Autrice, giornalista freelance, collaboratrice di Unimondo, descrive una storia a lieto fine con la passione di chi ha condiviso, in un territorio incontaminato di rara bellezza, il dramma di tante famiglie la cui prospettiva sembrava essere solo l’abbandono della propria terra natale per affidarsi ad un futuro incerto di emigrazione.

Una storia però che mostra quanto anche i nostri interessi economici nazionali spesso vadano in direzioni opposte allo sviluppo dei popoli: la resistenza contro la multinazionale dell’energia Endesa era in fin dei conti un'opposizione contro un’azienda italianissima come l’Enel, che la controlla al 51%.

Una sollevazione popolare attuata da giovani studenti, amministratori locali, famiglie, con il fattivo, e decisivo, coinvolgimento della Chiesa cattolica locale guidata da mons. Luis Infanti de la Mora, autore nel 2005 della Lettera «Acqua e vita» e nel 2008 della Lettera pastorale «Dacci oggi la nostra acqua quotidiana», la prima lettera di un vescovo interamente dedicata al tema.

Italo-cileno, religioso dei Servi di Maria, il vescovo dell’Aysén, la Patagonia cilena, guida un territorio di montagna di 110 mila chilometri quadrati per 100 mila abitanti dove avrebbero dovuto essere costruite le cinque megadighe del Progetto HidroAysén tra i fiumi Pascua e Baker. Che ora non si faranno.

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