“Chiamati ad accogliere”

Il richiamo alla responsabilità delle comunità ecclesiali del Nordest: “Bisogna contribuire a generare e continuamente ricostruire un clima di serena e cordiale convivenza”

Bressanone – La settimana scorsa i vescovi delle quindici diocesi della regione ecclesiastica del Nordest, che comprende Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Veneto, si sono riuniti per il loro periodico incontro presso il seminario di Bressanone. Al centro dei dibattiti il Sinodo dei vescovi sulla famiglia, il Convegno ecclesiale nazionale di Firenze, l’Anno santo della misericordia. Tema centrale delle discussioni delle Conferenza episcopale regionale è stato però quello dei profughi. “Chiamati ad accogliere. In modo diffuso e condiviso, in dialogo con il territorio”, è il titolo del documento che riassume la posizione dei vescovi. “La nuova e sempre più vasta emergenza profughi che coinvolge tutta l’Europa, comprese le nostre regioni del Nordest, richiede alle comunità cristiane la risposta di una fede capace di amore e di accoglienza, in un atteggiamento di conversione e apertura all’altro e alle sofferenze di quanti – uomini, donne e bambini – fuggono da luoghi travagliati”, scrivono i pastori. “Bisogna contribuire a generare e continuamente ricostruire un clima di serena e cordiale convivenza nelle comunità locali chiamate ad accogliere, nel rispetto delle esigenze di tutti”. La riflessione dei vescovi parte, oltre che dalle esperienze già in atto, dall’“appello pressante di Papa Francesco che ha esplicitamente richiesto un impegno concreto e ulteriore delle comunità ecclesiali”. “Diocesi, parrocchie e realtà associative di queste regioni – è stato rilevato – si sono da tempo attivate e spesso promuovono già forme significative di accoglienza; il passo in avanti nell’impegno che oggi viene sollecitato a parrocchie, collaborazioni pastorali, vicariati, comunità religiose e associative è direttamente coordinato dalle singole Diocesi (perlopiù attraverso la Caritas e i suoi strumenti operativi) che si pongono quindi come interlocutore stabile ed ufficiale sia nei confronti delle istituzioni locali – in un rapporto di stretta collaborazione – che nella specifica attività di supporto fornita alle realtà ecclesiali”.

Si è sottolineata l’importanza di operare in modo condiviso, sia in ambito ecclesiale che sui rispettivi territori, creando una rete di interventi e coinvolgendo più persone nell’assunzione di impegni e responsabilità, nel rispetto della legalità, di fronte ai diversi e numerosi servizi richiesti per un’adeguata accoglienza.

“Soprattutto in vista dell’imminente Giubileo della Misericordia – conclude il messaggio dei vescovi – le comunità ecclesiali del Nordest si sentono chiamate ad offrire – con la generosità e il realismo da sempre presenti nella storia di queste terre (un tempo protagoniste di un fenomeno migratorio inverso) – una testimonianza di amore e fedeltà al Vangelo di Gesù Cristo, oggi sofferente nei tanti profughi come anche nelle tante persone e famiglie del nostro territorio provate da varie situazioni di fragilità e dalle difficoltà presenti soprattutto nel mondo del lavoro, attraverso gesti concreti e diffusi di accoglienza, integrazione e solidarietà rivolti verso tutti”.

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