Come una grande famiglia…

Trentacinque anni di servizio per la cooperativa sociale “Amalia Guardini”. Sabato 14 novembre la festa di compleanno

È una numerosa e affiatata famiglia quella che si appresta a festeggiare i trentacinque anni della Cooperativa sociale “Amalia Guardini” con il “sentimento – sottolinea il direttore Michele Paissan – di riconoscenza verso tutte quelle persone che hanno inizialmente fondato e successivamente accompagnato e fatto crescere questo servizio”.

Sono infatti diverse le persone che operano in questo mondo: a sostegno dei 43 utenti, in gran parte donne – solo nove i maschi – si trovano quindici operatori, cinque componenti del cda e un'ottantina di volontari, che costituiscono una “forza importante per la cooperativa, senza di loro non potremmo fare le molteplici attività che svolgiamo”, aggiunge Paissan.

Quando venne fondata, il 18 aprile 1980, si chiamava C.I.S. (Cooperativa Iniziative Sociali). È stata la prima cooperativa ad occuparsi di disabilità a Rovereto. Inizialmente accoglieva solo donne, il primo ragazzo, Leonardo, è entrato nel 1990. La sede era in via Bridi, nell'odierna struttura del CedAS-Centro di ascolto della Caritas diocesana. Non era un caso. L'idea infatti fu di Amalia Guardini, al tempo direttrice dell'Opera “Armida Barelli” che sorge lì vicino, e il cui nome fu dato alla cooperativa nel 1991.

Amalia Guardini e alcune mamme di ragazze con disabilità si erano chieste che cosa avrebbero fatto le loro figlie una volta terminata la frequentazione delle scuole Barelli. Sono dunque partite con un laboratorio di sartoria e tre utenti (Nadia, Giovanna, Tiziana) a cui si sono aggiunte quasi subito altre due (Maria Carla e Patrizia), seguite da Morena, la prima operatrice.

Si è poi cresciuti con le attività: maglieria, cartonaggio (assemblamenti di cartone), successivamente è venuta la falegnameria, che tuttora produce oggetti diversificati (tra cui alveari e casette per pipistrelli), poi le bomboniere e gli oggetti natalizi; ultimamente si è entrati nel mondo del “riciclo” con il recupero di materiali scartati dalle aziende.

La prima sigla durò pochissimo, già il 2 ottobre 1980 era diventata C.I.L.S. (Cooperativa Iniziative Lavori Sociali). La sede attuale in via Pasqui è partita nel 2004 con 17 utenti e può contenerne un massimo di 55. Nei mesi scorsi sono venuti alla luce i documenti storici della cooperativa, che si erano persi di vista, tra cui l'atto di fondazione. Si è così potuto avere conferma e qualche precisazione su ciò che si tramandava oralmente. Il primo presidente era Lorenzo Bee, mentre Amalia Guardini lo affiancava come vice. Nel gruppo dei fondatori c'erano quattro madri di giovani disabili: Ida Sartori, Rita Galvagni Fait, Agnese Valli ved. Chiusole e Maria Dallavalle Gabrielli. Completavano il consiglio di amministrazione: Rita Baratter Chizzola, Sabina Chiasera, Riccardo Dossi, Paola de Eccher Pietropaolo e Maurizio Monti.

“La cooperativa è molto frequentata anche da studenti delle superiori e dell'università – conclude Paissan – vengono qui per motivi di studio, stage, tirocini e volontariato, anche estivo; sono molto affiatati con gli operatori e gli utenti, si respira un clima di serenità”.

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