Comune unico? Nel 2020

I consigli comunali di Dro e Drena hanno approvatola proposta di disegno di legge per la fusione. Un percorso che poterà a una futura unica comunità con tante potenzialità ambientali e turistiche. Il referendum in primavera

Si chiamerà Dro Drena il nuovo Comune che nascerà nell'Alto Garda. Nel mese di novembre i due consigli comunali avevano approvato all'unanimità le linee d'indirizzo per giungere alla nuova realtà amministrativa, mentre venerdì le due assemblee comunali saranno chiamate ad approvare la proposta di disegno di legge (approvata quindi dal consiglio regionale) che definirà caratteristiche, tempi e modalità per giungere alla nuova entità territoriale.

Un percorso che poterà ad un'unica comunità comunale di circa 5.490 abitanti (550 di Drena e 4.944 a Dro), su un superficie di 36,4 chilometri quadrati, ma che richiederà una puntuale illustrazione e condivisione da parte di tutta la comunità. “Il processo di fusione è stato avviato ad inizio novembre con l’approvazione unanime delle linee d’indirizzo da parte dei due consigli comunali”, spiega il sindaco-senatore di Dro Vittorio Fravezzi. “Nel nuovo disegno di legge sono fissati i primi contenuti concreti delle nuova realtà amministrativa: nome, sede, rappresentatività e statuto. Parte così un percorso condiviso con tutte le comunità – Dro, Drena, Ceniga e Pietramurata – per dare più qualità e continuità ai servizi offerti e garantire nuove opportunità di sviluppo economico ai nostri residenti. Nasce una realtà ben identificata nel territorio dell’Alto Garda, ricca di nuove opportunità ambientali e turistiche, garantendo vera qualità della vita ed un proposta turistica sostenibile”.

Motivi ispiratori del processo di fusione condivisi anche nel vicino comune di Drena. “Si tratta di una vera opportunità per la nostra comunità e per il rilancio delle caratteristiche di Drena, dal castello, al futuro campeggio, ai servizi pubblici – precisa il sindaco di Drena Tarcisio Michelotti – un'occasione che non potevamo perdere per garantire nuovi servizi e sviluppo alla nostra gente, mantenendo inalterate le risorse ed i trasferimenti provinciali legati al Fondo Perequativo”.

Un cammino verso la fusione che non sarà un processo decisionale calato dall’alto, ma che dovrà passerà dal coinvolgimento diretto delle varie componenti sociali, culturali ed economiche attive nelle comunità, attraverso incontri specifici, cartellonistica, depliants ed un sito internet realizzati in accordo con il Consorzio dei Comuni Trentini. Alle comunità locali spetterà infatti la parola definitiva con il referendum consultivo, che si terrà nella prima domenica di giugno, e che dovrà raggiungere il quorum dei 40% degli aventi diritto al voto, e la maggioranza dei consensi nei due comuni.

Un percorso partecipativo, dove non mancano incognite e qualche perplessità, e che si concluderà solo il primo gennaio 2020 con la nascita del nuovo comune, portando alla stesura comune dello statuto, alla previsione della figura del “Pro Sindaco” nel comune di Drena e ad un’adeguata rappresentanza di Dro e Drena nel primo consiglio comunale (da eleggere nel maggio 2020).

“Si tratterà di un iter articolato e relativamente lungo dove le comunità saranno chiamate ad un ruolo attivo e partecipe – precisano i sindaci Fravezzi e Michelotti – per ora continuerà la gestione associata di importanti servizi e funzioni amministrative (segreteria generale, ufficio tecnico, anagrafe e stato civile). Da tempo condividiamo le stesse scuole – elementari e medie – il parroco è lo stesso, e ora anche l’asilo nido comunale di Dro riserverà due posti alle famiglie di Drena. Sul punto i consigli comunali di venerdì approveranno una precisa convenzione”.

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