Unioni civili, via libera con polemiche

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Il via libera definitivo della Camera, dopo oltre tre anni di iter parlamentare,  al disegno di legge sulle unioni civili  con 372 sì, 51 no e 99 astenuti.

Ai voti della maggioranza si sono aggiunti quelli di Sinistra italiana (che non ha votato la fiducia) e di 10 esponenti di Forza Italia. Hanno votato no altri 21 deputati di Fi, Lega e Fratelli d’Italia. Il M5s si è astenuto.

Visioni diverse tra i deputati trentini: favorevole Mauro Ottobre del Patt che ha commentato “Il Parlamento si assume in tal modo le proprie responsabilità e compie una scelta di dignità e di uguaglianza, cui nel corso di questi anni è stato più volte richiamato dalla Corte costituzionale, dalle sentenze della magistratura, dalla Corte europea per i diritti dell’uomo, che in modo coerente ed unanime hanno richiesto di intervenire contro evidenti e gravi forme di discriminazione”.

Mentre a nome del gruppo di Democrazia solidale Lorenzo Dellai si è astenuto pur riconoscendo le unioni civili diritti sacrosanti, l’ex governatore trentino contesta “l’ambiguità del testo in tema di adozioni e sulla maternità surrogata”. 

Il provvedimento approvato ieri  (un unico articolo e 69 commi) introduce nell’ordinamento italiano due novità: due istituti completamente diversi per le coppie omosessuali e per le coppie etero. Per le prime arrivano le unioni civili, per le quali ci sono una serie di diritti e doveri molto forti, che le avvicinano al matrimonio, tra cui la reversibilità’ della pensione ma non le adozioni; per le seconde nascono le convivenze, per le quali gli obblighi reciproci sono molto minori e mancano i principali diritti, come la reversibilità.

Al clima di festa per l’approvazione  tra i sostenitori della legge sulle unioni civili, approvata alla Camera si contrappongono le opposizioni già si dicono pronte ad una raccolta di firme per abrogarla. Nel centrodestra è la Lega ad invocare l’obiezione di coscienza per i sindaci, mentre il mondo cattolico è in subbuglio. Le polemiche riguardano anche l’ennesimo voto di fiducia, che oggi sarà nuovamente invocata per accelerare al Senato l’iter del dl di conversione del decreto scuola.

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